Coronavirus

Quarantena e profilassi. Ecco come funziona la difesa anti-contagio

Pronti mezzi speciali, stanze isolate, filtri e centri ad hoc. Slitta il rimpatrio degli italiani

Una donna indossa una mascherina contro il Coronavirus in via Paolo Sarpi a Milano
Una donna indossa una mascherina contro il Coronavirus in via Paolo Sarpi a Milano

I tecnici del ministero della Salute da ieri stanno girando come delle trottole nei dintorni di Roma. E oggi decideranno i siti prescelti. Visitano caserme e foresterie, ma rigorosamente «alloggi dello Stato» precisa Giuseppe Ruocco segretario generale del ministero alla Salute. «Solo se non ci saranno condizioni soddisfacenti di comfort potremmo passare al piano B, cioè scegliere strutture private come gli hotel per mettere in isolamento gli italiani che hanno deciso di lasciare Wuhan, la città cinese epicentro dell'epidemia da coronavirus».

SLITTA IL RIENTRO

I nostri connazionali avrebbero dovuto arrivare già ieri a Fiumicino. Ma fonti ufficiali del ministero della Salute comunicano che la loro partenza è slittata di 24 ore. L'aereo civile con personale del Ministero della Difesa con ogni probabilità arriverà domani. Ma ancora non ci sono conferme ufficiali. «Sono in tutto una sessantina precisa però il segretario ma qualcuno all'ultimo minuto potrebbe cambiare idea e fermarsi in Cina. Del resto sono persone perfettamente sane». Già, ma con una grande paura di essere contagiate. Così hanno scelto di fare le valigie. E una volta in Italia saranno costretti a fare 14 giorni di vacanze forzate. «Bisogna mettere in piedi un sistema di sorveglianza sanitaria per controllare se qualcuno si ammala, cioè se è arrivato in Italia incubando il virus spiega Ruocco - In quel caso verrebbe subito disposto un trasferimento protetto in ospedale. Allo Spallanzani, se la struttura per la sorveglianza sarà individuata a Roma. O nel reparto di malattie infettive dell'ospedale più vicino se la soluzione sarà trovata altrove.

LO SBARCO

In aereo il gruppo sarà monitorato da tre medici che controlleranno la temperatura e condizioni di salute. Giuseppe Ruocco, spiega come si procederà quando in «nostri» toccheranno il suolo italiano. «Verranno accompagnati in strutture che garantiscano l'isolamento e le misure di sorveglianza. Una stanza a testa. E dovranno restare in isolamento per 14 giorni. Qualcuno dice che è esagerato ma è tutto proporzionato: arrivano dalla zona focolaio e non si possono correre rischi. Dieci giorni sono i tempi medi di isolamento ma siccome si tratta di coronavirus seguiamo le regole più stringenti».

LA QUARANTENA

I nostri connazionali non vedranno casa loro per un paio di settimane. Resteranno in isolamento negli edifici scelti dalla task force ministeriale. Saranno controllati due volte al giorno e dovranno dotarsi di un buon carico di libri perché non è detto che abbiano la tv in camera. É escluso, chiariscono gli esperti, che le persone possano condividere i pasti: in quel caso, infatti, dovrebbero togliersi la mascherina interrompendo così l'isolamento e mettendo a rischio l'intera procedura di sorveglianza. Solo il personale sanitario e di supporto sarà ammesso nella struttura, debitamente protetto con mascherine e altri dispositivi. l «team» comprende ordini, società scientifiche, Regioni, Iss, ministero della Salute, Protezione civile e forze dell'ordine.

CHI SI AMMALA

Chi ha incubato il virus e si ammala in Italia viene subito trasferito in ospedale con ambulanze dedicate e protette. L'ospedale Spallanzani è la struttura per eccellenza scelta per i ricoveri. Lì hanno già dei posti letto disponibili per accogliere pazienti che risultassero avere contratto il virus. Il paziente sarà preso in carico dall'Unità malattie infettive ad alta intensità di cura diretta dal professor Emanuele Nicastri.

STANZE ISOLATE

Si tratta di una struttura protetta, in cui il paziente non può avere contatto con l'esterno se con i telefonini. Il personale sanitario si muove solo con equipaggiamenti di protezione. Di questo reparto si parlò molto alla fine nel 2014, quando fu accolto, curato e guarito il medico di Emergency, Fabrizio Pulvirenti, il primo paziente italiano contagiato dall'Ebola. Ma anche nel caso di coronavirus, altamente infettivo, le precauzioni saranno totali a cominciare da filtri e mascherine. Chi ha fatto un esperienza in isolamento spiega che la vita sembra surreale, ci sono dei vetri che ti separano dal mondo e il tuo orizzonte sono gli infermieri e i camici bianchi.

Come compagnia ci sono un letto, un tavolo, un comodino, una sedia, un ripiano, il televisore, un telefono interno e il bagno.

Commenti