Quei seimila esodati senza pace E il "governo del popolo" li emargina

Salta la salvaguardia in manovra: «Pietra tombale su di noi»

Quei seimila esodati senza pace E il "governo del popolo" li emargina

Milano Non c'è pace per gli esodati. Quei lavoratori che sono usciti anzitempo dal contesto produttivo ma che, per effetto dell'entrata in vigore nel 2011 della Legge Fornero che faceva slittare (e di molto) i termini del prepensionamento, si sono trovati poi senza trattamento pensionistico. Nella Legge di Bilancio ora in discussione in Parlamento non c'è purtroppo la cosiddetta «salvaguardia» che concede a questa categoria un aiuto concreto. Su questo «vuoto» legislativo, in Commissione lavoro della Camera dei deputati ha già presentato un'interrogazione il deputato Walter Rizzetto (Fdi). Interrogazione ancora senza risposta, però.

Finora sono state otto le salvaguardie (dal 2012 a oggi) attuate dallo Stato. Meccanismi che hanno consentito a 350mila persone di andare in pensione anticipata coi vecchi requisiti nonostante la Legge Fornero. Non tutti, però, sono riusciti a usufruirne. Esiste ancora un gruppo di ben seimila esodati che restano senza tutele. A nome loro ha parlato Gabriella Stojan ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso della trasmissione L'Italia s'è desta. «Siamo da otto anni in questa situazione ha spiegato la Stojan -. Dall'emanazione dell'ultima salvaguardia in particolare. Molti di noi sono già finiti in un buco nero, per non parlare della salute che è andata completamente a rotoli. E ancora in questa nuova Legge di bilancio la salvaguardia per noi ultimi esodati non c'è. Chiediamo al più presto l'inserimento di un emendamento ad hoc. Prima della crisi del precedente governo avevamo avuto degli incontri con il sottosegretario Durigon, ci era stato detto che avrebbero valutato questa cosa, poi è caduto il governo e ci siamo ritrovati a ricominciare da capo». Il paradosso è quello di un governo che ha varato il reddito di cittadinanza e soprattutto la pensione di cittadinanza per aiutare le fasce più deboli della popolazione ma non riesce a trovare una soluzione per gli esodati. Le promesse di Di Maio al riguardo sono rimaste per ora lettera morta. «Abbiamo fatto numerose richieste per essere ricevuti dalla ministra Nunzia Catalfo - conclude la Stojan - ma ancora non ci ha risposto. Chiediamo una sanatoria di un'ingiustizia. Siamo gente nata negli anni '50 e siamo ancora fermi al palo. La cosa che ci lascia maggiormente perplessi è che ci hanno sempre detto che l'Inps non è in grado di quantificare la platea degli esodati, ma non è l'Inps che deve farlo, è il legislatore.

Io sono stata licenziata prima della legge Fornero come gli altri, quindi a noi è stata applicata una legge retroattivamente. Molte di noi sono donne. Su di noi hanno messo una pietra tombale, è come se ci avessero cancellato dall'anagrafe, però le tasse le dobbiamo pagare».

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