La Rai e la truffa dei gettoni d'oro mai coniati Manager della Zecca, colpo da 700mila euro

Spingevano per premi in denaro e alla tv pubblica venivano girate false fatture

La Rai e la truffa dei gettoni d'oro mai coniati Manager della Zecca, colpo da 700mila euro

Roma Da Uno Mattina ai Fatti Vostri, da La Prova del Cuoco a Mezzogiorno in Famiglia, dall'Anno che Verrà ad Affari Tuoi. Ai vincitori dei giochi, gettoni d'oro più leggeri e a basso titolo. Non solo. Fatture per lavorazioni mai eseguite, fusioni mai effettuate, acquisti inesistenti. Tutto a spese di «mamma» Rai. E l'Ipzs, l'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, per mano di 5 suoi funzionari, risparmia 700mila euro in tre anni su un totale di 30 milioni in gettoni d'oro commissionati.

Come? I concorrenti dei vari concorsi a premi chiedono il pagamento direttamente in denaro contante. O meglio accettano la proposta dell'Ipzs. Quindi, della somma totale in gettoni d'oro distribuiti tra il 2013 e il 2016 ben 21 milioni di euro vengono elargiti cash. Ma l'Ipzs fattura l'acquisto del metallo prezioso e la sua lavorazione come se avesse, a tutti gli effetti, battuto moneta per la cifra commissionata. Una truffa a tutti gli effetti, secondo le indagini della Guardia di Finanza del nucleo di polizia economico finanziaria Roma, ideata da 5 funzionari che, emettendo false fatture, si sono intascati 45mila euro l'anno in premi produzione. Adesso i cinque dirigenti ministeriali, di cui due ancora in servizio, rischiano il processo per truffa aggravata e frode nelle forniture pubbliche. «Basta raggiungere gli obiettivi aziendali - spiegano le Fiamme Gialle - per ottenere il premio triennale».

A scoprire il raggiro la stessa Rai. È un servizio del giornalista Sigfrido Ranucci di Report, Rai 3, a far avviare le indagini dei baschi verdi. A caval donato non si guarda in bocca, si dice, ma non per Report. La redazione ha un sospetto e fa analizzare i 4 gettoni vinti nell'aprile del 2013 da Maria Cristina Sparanide nel corso del gioco a premi Rai 1 Red or Black. Sono 80mila euro divisi in gettoni da 20mila euro ciascuno. In laboratorio gli esperti non hanno dubbi. Il titolo dell'oro non è quello dichiarato, ovvero non è 999,9, ma 995. Gli 80mila diventano 64mila euro. Un fatto che apre a ben altri scenari. «La differenza di pochi grammi al chilo - spiega la Finanza - potrebbe essere giustificata da errori di fusione. Basta che nel crogiolo ci finisca un pezzetto di piombo che il titolo non sia più quello corretto». Ma le indagini scoprono altro. L'Ipzs fattura alla Rai 30 milioni di euro in gettoni d'oro anziché 9 milioni di gettoni e 21 milioni effettivamente elargiti in denaro. Il totale è sempre lo stesso, in soldoni, ma quello che paga l'ente televisivo pubblico no. Sui gettoni vinti i «distratti» funzionari Ipzs caricano tutti i costi per produrre gettoni mai prodotti: spese per l'acquisto dell'oro, della sua fusione e lavorazione. Per farlo emettono falsi documenti di trasporto.

Insomma, 700mila euro che la Rai avrebbe dovuto pagare solo se la zecca di Stato avesse coniato l'ammontare delle vincite in «monete» Prestazioni mai eseguite. L'indagine sarebbe nata anche a seguito di un esposto presentato dallo stesso poligrafico alla Procura nell'aprile 2016 e che «l'azienda si è messa completamente a disposizione della magistratura».

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