In Rai scoppia la guerra dei tg. Tutti contro i "super direttori"

Sindacati e giornalisti pronti ad opporsi al piano di fusione delle testate. Maggioni in pole per guidare mille colleghi. E già partono veleni e invidie

In Rai scoppia la guerra dei tg. Tutti contro i "super direttori"

«Una cosa è certa, Bianca non ci starà di certo a prendere ordini dalla Maggioni» ti dicono da Saxa Rubra quelli che conoscono bene la direttora (anche detta «zarina») del Tg3. Perché poi, il piano industriale della Rai per rivoluzionare l'offerta news, nelle stanze e nei corridoi della Rai diventa anche (o soprattutto) questo: una guerra a chi sta sotto e chi sta sopra e chi comanderà poi nelle redazioni una volta fuse, accorpate. Da dieci testate giornalistiche a soltanto due, possibile? Questo prevede il «Progetto 15 dicembre» (dal 15 dicembre '79 quando sotto Agnes nacque l'attuale assetto dei tre tg rai più tg regionali) messo a punto dalla direzione generale e già vidimato, anche se solo in via preliminare, dal Cda Rai. Il dg Gubitosi lo ha inoltrato via mail ai dipendenti della tv pubblica, spiegando che il piano, «traendo ispirazione dall'esperienza positiva effettuata dal 1993 con il Giornale Radio Rai che produce notiziari per tutti i canali radiofonici», si articolerà in due fasi. La prima, da completare entro il 2016, prevede la creazione di due testate: la Newsroom1 che integra le redazioni di Tg1 e Tg2 più Rai Parlamento e la Newsroom2 come fusione di Tg3 , Rainews24 e TgR .

In un secondo tempo si arriverà all'accorpamento di tutti i tg in una sola testata, Rai Informazione, insieme a RaiSport che rimane autonoma. E il pluralismo? E la varietà dell'offerta di news? «Valori e i loghi, unitamente ai loro elementi caratterizzanti quali conduttori, studi e grafica - spiega il dg nella mail - non subiranno alcun mutamento. La differenziazione dell'offerta realizzata dalle due Newsroom sarà curata da vice direttori, coordinatori di impaginazione ed editoriali, conduttori e redazioni che produrranno i servizi in coerenza con il posizionamento editoriale dei canali».

Un progetto ambizioso che però si scontra già con diversi fronti d'opposizione interna. Uno è l'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, pronto a dare battaglia perché dietro l'accorpamento vede l'ombra di esuberi e prepensionamenti. Cosa possibile, visto che solo la Newsroom2 conterà qualcosa come mille giornalisti, in gran parte (circa 700) delle sedi regionali della TgR - molte sovradimensionate e costose - che secondo il piano diventeranno semplici uffici di corrispondenza. «Bisogna partire da prodotto e non dallo schema - dice Luigi Monfredi del Tg1 e membro Usigrai - e non è detto che le due cose coincidano». Nel Cda, invece, l'unica voce critica al momento è quella di Antonio Verro, consigliere di centrodestra: «È giusta l'ottica del risparmio, ma c'è il rischio di penalizzare il pluralismo e andare verso un'informazione modellata sul pensiero unico».

Poi ci sono le sovrapposizioni e le gerarchie da risolvere. Chi guiderà l'economia o la redazione politica della Newsroom1 ? L'attuale capo del Tg1 o del Tg2 ? E i 35 vicedirettori attuali, come verranno ricollocati? E gli oltre 300 capiredattori? Ci sarà la falciatrice su capi e vicecapi, direttori e vicedirettori di ere geologiche passate... con un possibile strascico di ricorsi, cause di demansionamento, vertenze sindacali.

Ma soprattutto: i direttori dei tg che fine faranno? Ecco l'altro fronte di battaglia. I due nomi in pole per prendere le due maxidirezioni sono Mario Orfeo ( Tg1 ) e Monica Maggioni ( Rainews24 ), gli altri sotto, o far altro. Ma che cosa? Per Masi, capo del Tg2 , si parla di una rubrica di vini, sua passione. Più complicata la sistemazione della Berlinguer. L'affidamento di Linea notte sembra troppo poco, mentre è svanita l'opzione Ballarò , con l'arrivo del vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini, anche questa mossa contestata dall'Usigrai (e, pare, presa malissimo anche da Ezio Mauro). La Berlinguer riterrebbe adeguata come controfferta una striscia preserale o comunque un ruolo equivalente ad una direzione di Tg . Uno dei mille problemi da risolvere per portare a casa il «Progetto 15 dicembre», inviato alla Vigilanza Rai per il parere dell'organo di controllo parlamentare. Ma con comodo, a settembre.

Scatenando l'ira del piddino Anzaldi: «Un piano industriale della Rai già di dominio pubblico - esplode il renziano della Vigilanza - resta fermo per due mesi perché bisogna fare le vacanze! E tutto questo sotto la presidenza di un grillino (Fico del M5S, ndr ), è una cosa ridicola!».

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