Renzi: "Il Pd è diventato la sesta stella"

L'ex premier sogna la «Federazione del Buonsenso» contro i dem

Renzi: "Il Pd è diventato la sesta stella"

La chiama «federazione del buonsenso», che si posiziona contro una sinistra piddina che rischia di «morire grillina».

Matteo Renzi respinge le accuse del Nazareno, che lo sospetta di voler «spaccare la maggioranza», di «votare con la destra» per la sua opposizione alla contro-riforma Bonafede che cancella la prescrizione, e di avere, sotto sotto, intenzione di «far saltare il governo» per andare a votare con le regole attuali, che gli garantirebbero un maggior numero di parlamentari. Nulla di tutto ciò, dice l'ex premier: ma se si arrivasse al voto anticipato, magari sull'onda di una clamorosa sconfitta del centrosinistra alle regionali di Emilia Romagna e Calabria, Renzi cerca di preparare la trincea della resistenza: la «federazione del buon senso», appunto, un'alleanza anti-populista che metta insieme le fragili sigle che si richiamano ad una sinistra riformista, liberale e aperta ai moderati. Italia Viva insieme a Azione, il movimento fondato da Carlo Calenda, e a Più Europa di Emma Bonino: per ora, ognuno per conto proprio, annaspano nei sondaggi al di sotto della fatidica soglia del 5% che (proprio in funzione anti-Renzi) la maggioranza giallorossa vuole fissare nella futura legge elettorale proporzionale. Ma insieme, su un programma politico snello e «chiaramente riformista», potrebbero rappresentare un'alternativa per quella parte di elettorato che tra centrodestra salviniano e Pd contian-grillista non saprebbe dove sbattere la testa.

Che vada a finire così, viste le inimicizie passate e l'istinto da primedonne dei diversi partitini, è tutto da vedere. E infatti Calenda si premura di dire che «a livello nazionale» l'intesa è improbabile. Ma intanto si proverà a sperimentare l'alleanza su alcune delle piazze elettorali regionali. A cominciare da quella Puglia dove il Pd ha riconfermato il rumoroso ras Michele Emiliano, causando smarrimento e rabbia in quella porzione di centrosinistra che lo considera un pericoloso proto-grillino e che lamenta i disastri e i fallimenti inanellati in questi anni di governo della regione: dall'Ilva alla xylella, dal No Tap al pesante declino economico. «Un populista arrogante e irresponsabile», lo bolla la ministra di Iv Teresa Bellanova.

Matteo Renzi, attaccato a ripetizione dalle batterie del Nazareno, rivendica a gran voce la scelta di non votare con la maggioranza sulla controriforma della giustizia: «Se il governo ci propone di votare una schifezza come la riforma Bonafede, che è stata varata dall'esecutivo gialloverde di Lega e M5S», la risposta di Italia Viva resta: no. Ed è triste, sottolinea, che invece i Dem si siano allineati: «La vera novità di oggi, purtroppo, è vedere il Pd a rimorchio della cultura giustizialista di M5s. Questo fa male e fa male a chi vede nel Pd la casa dei riformisti e non dei giustizialisti». Quando la proposta Costa, che blocca l'abolizione della prescrizione made in 5Stelle, arriverà in aula il 27 gennaio, Italia Viva tornerà a votarlo: «Assolutamente sì. Su questo tema si gioca la coerenza e la credibilità dello stato di diritto in Italia».

Gli uomini di Zingaretti bastonano il reprobo: «È stato Matteo Renzi per primo a proporre il governo con i 5 stelle per salvare l'Italia da Salvini, con il quale ora si sta alleando a partire dal voto di ieri sulla riforma Bonafede», affermano sorvolando sul piccolo particolare che Salvini aveva approvato la Bonafede.

Replica Renzi: «Se il Pd dovesse fare un campo largo da D'Alema a Toninelli lo rispettiamo, ma noi abbiamo fatto il governo per salvare l'Italia dalle follie di Salvini, non per seguire i grillini. Noi non siamo la sesta stella».

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