Beirut Migliaia di iraniani si sono riversati nelle strade di Teheran e di altre città per piangere i morti del volo 737 abbattuto per errore da Teheran e manifestare contro il regime per le bugie e negligenze attorno alla tragedia. Non si sentono più gli slogan ascoltati durante i funerali del generale Qassem Soleimani di «Morte agli Stati Uniti» e «Morte a Israele». Ora invece i manifestanti cantano «Guardie, siete voi il dittatore», «Siete la nostra Iside», «Vergogna per voi, lasciate in pace il Paese», «Non vogliamo la repubblica islamica» e «Stanno mentendo sul fatto che il nostro nemico è l'America, il nostro nemico è proprio qui». I manifestanti hanno chiesto anche le dimissioni dei politici, come per il leader supremo Ali Khamenei. La polizia ha caricato alcuni di loro riunitisi sulla Azadi Square, dando inizio a violenti scontri. Alcuni video che circolano sui social mostrano spari da parte degli agenti.
Gli iraniani sono furiosi, sia con l'apparente tentativo della leadership di nascondere la verità sull'abbattimento dell'aereo sia con la precedente decisione delle autorità iraniane di non bloccare i voli civili a causa del rischio di guerra con gli Stati Uniti. I manifestanti si sono radunati nelle università di Teheran e di altre città tra cui Mashhad, Rasht, Kashan, Sanandaj e Amol. La polizia antisommossa presenziava Azadi Square nella capitale e in altri luoghi simbolo del Paese. Altre forze di sicurezza sono state schierate al di fuori dell'università di Teheran. Centinaia di persone hanno gridato la loro rabbia per le menzogne e l'incompetenza della leadership del Paese.
L'ammissione di responsabilità di Teheran è arrivata dopo la sua negazione delle informazioni raccolte dall'intelligence dei Paesi occidentali secondo cui l'aereo era stato colpito per errore da un missile iraniano. Circolano video delle manifestazioni che mostrano gli studenti che fanno attenzione a non camminare sulle bandiere statunitensi e israeliane dipinte sul terreno all'Università Shahid Beheshti di Teheran. Ma gas lacrimogeni siano stati sparati per disperdere i manifestanti.
Numerosi giornali iraniani hanno commentato la tragedia delle vittime dell'aereo con titoli come «Vergogna» e «Imperdonabile». Ma a Teheran ci sono state anche proteste a sostegno di Soleimani e contro gli Stati Uniti e il Regno Unito. La rabbia scoppiata in Iran è in contrasto con il massiccio spettacolo di unità nazionale solo pochi giorni prima, quando centinaia di migliaia di iraniani si sono riuniti nella processione funebre per il generale Qassem Soleimani. Hamid Reza Taraghi, un politico iraniano vicino alla linea dura ha però commentato senza alcuna paura. «La politica iraniana di espellere gli Stati Uniti dalla regione è invariata. L'Iran colpirà con un altro grande colpo gli Stati Uniti direttamente o indirettamente molto presto».
Mentre secondo Saeed Laylaz, analista politico iraniano, la decisione di alcuni esponenti della leadership militare e politica iraniana di non ammettere subito la responsabilità sulla tragedia dell'aereo è simile alla decisione dei leader sovietici di nascondere i fatti relativi al disastro della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986. Un'azione che alla fine avrebbe contribuito alla disgregazione dell'Urss.
Nel frattempo il sovrano del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani è arrivato a Teheran per incontrare il presidente iraniano Hassan Rouhani. È la sua prima visita da quando è diventato emiro nel 2013. Il Qatar ha buoni rapporti con Washington e Teheran e ha già fatto sforzi per mediare tra i due arcinemici.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.