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Riecco i voucher (per pochi). Ma la norma scontenta tutti

Buoni lavoro solo per agricoltura e turismo, con molte limitazioni. Imprenditori critici: toppa peggiore del buco

Riecco i voucher (per pochi). Ma la norma scontenta tutti

Cambia ancora il decreto Dignità. Le giravolte sui voucher, tra abolizione, reintroduzione e parziali modifiche, scontentano tutti: sindacati, imprenditori e lavoratori, destra e sinistra. Prima di approdare all'esame dell'Aula, il provvedimento del ministro del Lavoro Luigi di Maio ha già incassato il record di bocciature. Insomma, un pasticcio annunciato, per il primo vero intervento del governo gialloverde nel mercato del lavoro.

Dopo una lunga trattativa, Lega e M5s, nella giornata di ieri, hanno raggiunto l'accordo. Agricoltura e turismo sono i settori che potranno beneficiare dell'ampliamento da 3 a 10 giorni dell'attuale limite di utilizzo dei voucher. L'emendamento, se l'intesa in maggioranza regge, prevede che i nuovi voucher possano essere utilizzati dagli alberghi e dalle strutture ricettive che hanno fino a 8 dipendenti. Rispetto alla prima versione della misura messa a punto da governo e maggioranza, si riduce la possibilità di utilizzo dello strumento nel settore del turismo. La proposta di modifica autorizza le aziende alberghiere e le strutture ricettive all'uso dei voucher, così come già previsto per il settore agricolo, per le prestazioni rese da pensionati, studenti under 25, disoccupati e percettori del reddito di inclusione o di altre forme di sostegno al reddito. La modifica fissa un arco temporale, non superiore a 10 giorni dall'emissione, per l'utilizzo dei voucher.

Un cambio in corsa che però non migliora il decreto su cui gli imprenditori del Nord hanno manifestato forti proteste. L'accordo tra Lega e M5s sul tema caldo dei voucher spingerà Di Maio ad evitare la trappola del voto di fiducia. Però l'ipotesi non è stata del tutto accantonata. Prima dell'accordo nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera sull'emendamento per la reintroduzione, parziale, dei voucher, il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva sollecitato, pressato dagli alleati di centrodestra e da una fetta di elettori del Nord, una modifica al decreto: «Qualunque decreto può e deve migliorare, e noi stiamo lavorando per farlo». Salvini aveva citato proprio la reintroduzione dei voucher tra gli strumenti indispensabili a combattere il lavoro nero e aiutare le imprese e i lavoratori «in alcuni settori come agricoltura, commercio e turismo». Il leader del Carroccio non fa salti di gioia nonostante le modifiche, mentre gli imprenditori veneti non sotterrano l'ascia di guerra. «Il decreto Dignità è un attacco a chi ogni giorno si preoccupa di fare impresa creando lavoro a beneficio del proprio Paese e del territorio. Non è certo una misura di rilancio economico», dichiara Agostino Bonomo, presidente regionale veneto di Confartigianato, che assieme ai presidenti delle associazioni provinciali ha deciso di inviare una lettera ai parlamentari veneti esprimendo «preoccupazione per il provvedimento, così come formulato». Gli annunci in tema di possibile reinserimento dei voucher ripropongono infine «discriminazioni tra settori che pensavamo superate», spiega Bonomo.

«Una toppa che rischia di essere peggiore del buco», commenta il presidente regionale della Fipe-Confcommercio Aldo Cursano. E le bordate arrivano anche dalla sinistra con Cgil e Leu che annunciano di scendere in piazza contro il decreto voluto dal ministro Di Maio.

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