Riforme al voto: Forza Italia va alla conta

Berlusconi insiste per il voto contrario, una quindicina di deputati pronti all'astensione. Moral suasion di Brunetta: "Solo restando uniti potremo ottenere modifiche all'Italicum"

Riforme al voto: Forza Italia va alla conta

Berlusconi non tentenna: «Mi sembrava di essere stato chiaro ieri. Ho detto che voteremo no alle riforme di Renzi e così sarà. Non cambio idea». Il Cavaliere, ad Arcore anche oggi (verrà a Roma di sicuro giovedì per una colazione con il presidente del Ppe Joseph Daul, ndr ), ribadisce la linea ai suoi sul ddl Boschi che nel primo pomeriggio taglierà il traguardo a Montecitorio: pollice verso. L'ex premier è più concentrato o, meglio, più interessato alla sentenza della corte di Cassazione che questa sera o al più tardi domani si esprimerà sul processo Ruby. Ma in mattinata, al telefono con alcuni big di Fi, ha avuto modo di dare l'input su come votare sul nuovo Senato.

Il Cavaliere sa che nel partito pullulano i malpancisti; sa che le motivazioni per cui qualcuno è scettico a votare contro sono le più disparate ma ormai l'ex premier ha deciso: nessuno sconto a Renzi. Bisognerà però vedere quanti si atterranno alle indicazioni del leader e quanti, invece, disobbediranno. Difficile anticipare il pallottoliere ma le voci che girano parlano di numeri consistenti. C'è chi dice una quindicina e chi parla di quasi il doppio. L'ex premier è un po' stufo dei continui distinguo e ha dato mandato a un gongolante Brunetta di fare il punto con gli altri. Gongolante perché il capo dei deputati è uno dei tifosi più accesi del «no». Per serrare le fila dell'esercito azzurro nel quale continuano a emergere mille distinguo, ieri i deputati si sono riuniti: «È un momento cruciale, non dobbiamo spaccarci - è l'esordio di Brunetta -. Dobbiamo dare forza al nostro leader dimostrandoci compatti sulle indicazioni dateci da Berlusconi». Non solo. Brunetta spiega la mossa del niet anche in funzione Italicum: «La partita è ancora aperta anche sulla legge elettorale e più saremo uniti e più potremo giocare questa partita».

Un tasto, quello di una correzione dell'Italicum in zona Cesarini che non ha diradato le perplessità di alcuni azzurri più favorevoli all'astensione. Tra questi, i cosiddetti «verdiniani» ma non solo. A manifestare i loro dubbi sono stati, per esempio, Daniela Santanchè, Sandra Savino, Elena Centemero e Gregorio Fontana. I loro ragionamenti: queste riforme, nel bene e nel male, abbiamo contribuito a scriverle; e al Senato abbiamo votato pure di sì; come spiegare ai nostri elettori che adesso abbiamo cambiato idea? Il «come» in realtà lo ha già detto più volte lo stesso Berlusconi: colpa di Renzi, del suo atteggiamento «arrogante» e del mancato rispetto del patto del Nazareno nella vicenda del capo dello Stato. Daniela Santanchè non fa mistero di avere qualche perplessità: «Ho espresso i miei dubbi sul voto contrario, ci voglio pensare... La notte, come si dice, porta consiglio...». L'ex ministro Gianfranco Rotondi, invece, chiede proprio di votare «sì» e così farà lui.

Forza Italia resta un partito dalle 50 sfumature d'opposizione anche se, si giura, «pure gli scettici si adegueranno alle indicazioni date dal leader. In un partito occorre anche un po' di disciplina». Chi sulla carta dovrebbe sorridere è Fitto che, da un anno, denuncia il patto sulle riforme come «scellerato». Tuttavia lo stesso Fitto mette i puntini sulle «i»: «Spero che davvero non ci siano ripensamenti dell'ultima ora, e che tutti i deputati di Fi seguano la linea che, con tanti colleghi, abbiamo indicato sin dall'inizio. Ma trovo piuttosto surreale che si voti contro perché Renzi ha “imbrogliato” Forza Italia». Oggi la conta.

di Francesco Cramer

Roma

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