"Ringrazio Silvio e Bossi" La "vita nuova" di Maroni

Salvini lo punge, e lui non lo cita nei saluti. Ma ricorda di averlo informato della rinuncia già in novembre

"Ringrazio Silvio e Bossi" La "vita nuova" di Maroni

L a «vita nuova» di Roberto Maroni inizierà il 4 marzo, quando non sarà più presidente della Regione Lombardia. Lui sfoggia idee chiare su ciò che sarà se davvero, come ha detto ieri mattina Silvio Berlusconi a Radio Capital, «chi lascia un incarico importante come la presidenza della Regione Lombardia per le ragioni personali che Maroni ha addotto, non può far venire meno le ragioni per incarichi di governo».

È vero che per il presidente di Forza Italia in questi giorni non è facile barcamenarsi tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e Maroni: con un eufemismo, si può dire che i due non sono in grande sintonia, eppure entrambi sono alleati del Cav. Accordo segreto? «Nella maniera più assoluta - dice Berlusconi - Tra l'altro, se ha motivi personali che lo hanno spinto a scegliere di non ricandidarsi a due mesi dal voto, è impensabile che si possano ipotizzare per lui ruoli politici e nel governo». Salvini può stare tranquillo ma è anche vero che chi vivrà vedrà.

Intanto Maroni su twitter lancia l'hashtag #vitanuova, che per prima cosa significherà aiutare un caro amico che sta male. Si dice «a disposizione», Senato incluso, solo se qualcuno glielo chiederà. «Per la mia vita politica, di cui sono soddisfatto, ho solo due persone da ringraziare: Bossi e Berlusconi. Nessun altro». L'esclusione di Salvini dall'elenco si commenta da sé e fa già parte della «vita nuova». Capita, in questa vita, che arrivi una telefonata di felicitazioni dall'ex presidente Giorgio Napolitano: «Mi ha detto che solo un altro politico in voga come me ha rinunciato. Mi ha citato Veltroni e ricordato che siano entrambi del 1955, mi ha chiesto di andare a trovarlo».

Come pensa di mantenersi? «Lavorando, io sono avvocato e ho già in mente di mettere a frutto la mia professione a favore dei giovani in cerca di futuro. Sono stato contattato da persone che si occupano di questi temi. Vorrei restare nel sociale, mettendo a frutto la mia esperienza in Regione e al ministero del Welfare». Ma la politica è il primo amore ed è chiaro che il governatore dimissionario spera di essere richiamato in servizio.

Con Salvini la strada sembra sbarrata. «Se lasci la Regione Lombardia che vale più di tanti ministeri evidentemente non puoi metterti a fare altro in politica» dice il segretario. Nell'attesa del futuro, il presidente della Regione si toglie qualche sassolino dalle scarpe, almeno con i suoi. «Maroni ha comunicato a Salvini la propria intenzione di non candidarsi, davanti a altri leader della Lega, il 27 novembre scorso in via Bellerio, e il 15 dicembre a Palazzo Lombardia - ragionano intorno a lui -.

Se Salvini aveva già scelto Attilio Fontana, perché non l'ha comunicato subito a Berlusconi e ha atteso così tanto, costringendo il presidente di Forza Italia a sondaggi e decisioni dell'ultim'ora?». E il silenzio di Maroni persino con i suoi assessori? «Per non mettere a rischio il bilancio e aspettare la formalizzazione dell'election day». Poi è stato il botto.

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