A lgido, distaccato, indifferente. Maria Antonietta suggeriva brioches a chi implorava un tozzo di pane. Emmanuel Macron propone improbabili piani energetici a lungo termine a chi reclama benzina a prezzi decenti per l'indomani. Eppure quando 19 mesi fa si presentò alla Piramide del Louvre sulle note dell'Inno alla Gioia per molti era il Messia capace di far rinascere la Francia, risanare l'Unione ed arrestare il pericolo populista. Oggi la sua faccia da schiaffi è la più detestata da Parigi a Bruxelles. La sua alterigia ha trasformato un gruppo di Facebook come i «gilet gialli» in un novello «terzo stato» capace di attrarre nella propria orbita sia la destra di Marine Le Pen, sia la sinistra irriducibile. E mentre il giallo avanza i sondaggi lo danno più in basso di quell'Hollande di cui doveva esser il taumaturgo. A fregarlo è stata la stessa smodata arroganza di chi in Italia liquidava come «percezione sbagliata» il malcontento per l'invasione dei migranti. Lui in Francia fa anche peggio. Ignora chi non arriva a fine mese o si vede divorare dalle tasse due terzi delle entrate. Se ne frega di chi, lasciate le fattorie o i negozi di provincia, corre ogni giorno in città per tirare a campare. In Europa gli è andata anche peggio. Mentre attaccava l'Italia si è fatto mettere all'angolo da una Merkel sconfitta dagli elettori, ma poco disposta a prender lezioni da un ragazzino borioso. Il problema più serio è, però, che ne sarà dell'Europa. Se Macron era il meglio su piazza, il prescelto dalle elite francesi ed europee per salvare Parigi e Bruxelles, allora c'è da preoccuparsi. Se i populisti, prima, esprimevano solo risentimento, le giubbe gialle ora sputano rabbia allo stato puro. E se il movimento sembra pronto a contagiare altri Paesi, a cominciare dal Belgio, allora c'è il rischio che i temuti, ma ormai conosciuti populisti evolvano in qualcosa di completamente nuovo. Quel che in Italia si incomincia a vedere con l'accordo M5S-Lega sulle piazze francesi si presenta come violenza trasversale.
Ma Bruxelles saprà rispondere? Cancellato Macron, pensionata la Merkel, l'Europa non sembra in grado di autoriformarsi, né di affidarsi a leader conosciuti o carismatici. E allora se, come previsto, i populisti non vinceranno le europee di maggio, ci sarà poco da esultare. Perché subito dopo sarà la rabbia gialla a divorare quanto resta dell'Europa.
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