L'ora della vendetta è arrivata. Lo scandalo dei falsi rimborsi che sta travolgendo i parlamentari del M5s ha risvegliato l'orgoglio degli ex democristiani. L'imbroglio sulle restituzioni delle indennità ha offerto su un piatto d'argento la rivincita ai moderati. Per anni tra i bersagli preferiti di Luigi Di Maio e company, gli eredi dello Scudo crociato passano al contrattacco mettendo nel mirino gli integralisti grillini dell'onestà. L'affondo più duro giunge da Lorenzo Cesa, leader dell'Udc che fa parte di Noi con l'Italia, che in un tweet (poi rimosso) spinge nell'angolo la scuderia grillina: «Da quanto sta succedendo in casa M5s, dai rimborsi gonfiati agli iscritti massonici, mi sono sempre più convinto che aveva ragione Friedrich Nietzsche quando diceva che se si vuole risanare la politica i primi da impiccare sono i moralisti». Le parole dell'ex democristiano fanno insorgere il M5s, che chiede addirittura alla Rai di censurarlo.
Si, proprio quelli che nei vaffa day soffiavano sulla rabbia sociale aizzando le masse contro i politici, oggi si scandalizzano dopo l'affondo del politico centrista. Cesa rimodula il messaggio ma il concetto non cambia: «Il senso delle mie parole molto chiaro i moralisti sono la rovina della Politica. Ho semplicemente citato una celebre frase del filosofo Nietzsche. Basta con polemiche sterili i 5 stelle parlino dei problemi delle persone e delle loro idee, se ne hanno e abbandonino lo show mediatico che rischia di travolgerli. Infine un consiglio: le buone letture aiutano a comprendere il senso delle parole». L'esponente di Noi con l'Italia addolcisce la pillola, ma Di Maio e il M5s devono comunque ingoiare la medicina. Per anni, Grillo e i suoi attivisti hanno crocifisso i politici della Prima Repubblica. Cesa compreso. Oggi i ruoli sono invertiti: l'onestà, usata come arma contro la vecchia politica, viene seppellita con lo scandalo di rimborsopoli. Quello che è stato un cavallo di battaglia per i cinquestelle si sta rivelando una truffa politica: decine di parlamentari hanno falsificato i bonifici, fingendo la restituzione di una parte dello stipendio. Lo scandalo si sta allargando a macchia d'olio: ieri Di Maio è stato costretto ad interrompere la campagna elettorale, rientrando a Roma nel suo ufficio, per mostrare a Filippo Roma, inviato de Le Iene, le copie dei suoi bonifici bancari sulla restituzione dello stipendio. Dimenticando, però, di chiarire che la restituzione è avvenuta solo il 9 febbraio, quando rimborsopoli era già esplosa.
Silvio Berlusconi si è affidato all'ironia per commentare la grana dei falsi bonifici. Cosa ne pensa del caso rimborsi del Movimento 5 stelle? «Onestà, onestà...». Il Cavaliere risponde così, alzando le mani e allargando il sorriso, a chi gli chiede cosa pensi della vicenda che ha investito il partito di Beppe Grillo. Anche Mara Carfagna, portavoce dei deputati di Forza Italia, è intervenuta sullo scandalo rimborsi. «C'è chi parla di rimborsi ma poi revoca i bonifici per tenersi i soldi e chi invece chiacchiera poco ma rinuncia ai finanziamenti che pure gli spettavano.
Anche quest'anno i consiglieri regionali di Forza Italia in Campania hanno infatti rinunciato alle spese di funzionamento dei gruppi politici del Consiglio regionale della Campania».Se per i moderati la rimborsopoli grillina è l'occasione del riscatto, per Di Maio potrà essere una Caporetto.
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