Coronavirus

Robbio, il paese che sui test sierologici fa da sé: "Così da 16 contagi ufficiali siamo saliti a 140"

Il sindaco Francese: "Ne abbiamo fatti 2mila". Ma da Roma si prende tempo

Robbio, il paese che sui test sierologici fa da sé: "Così da 16 contagi ufficiali siamo saliti a 140"

Nel pavese il sindaco Roberto Francese a 35 anni è diventato una celebrità. Nel suo paesino di 6mila anime sono transitati medici, giornalisti, cameramen, soccorritori arrivati provenienti da Milano, Novara, Vercelli. Volevano sapere se avevano già contratto il coronavirus e se avevano gli anticorpi. «Io non ho avuto la forza di mandarli via... qualcuno mi ha supplicato di sottoporlo al test sierologico e dopo il prelievo tutti se ne sono andati via contenti».

Siamo a Robbio, il paese della «disobbedienza civile». Stato e Regione, tutti a dire di aspettare, ma lui ha voluto andare avanti. «Troppe persone con il covid sono morte a casa a furia di aspettare il tampone...». Così Francese si è accordato con un laboratorio privato e giù a fare i test di massa. Duemila per ora, con risultati sorprendenti. «Ufficialmente nel paese c'erano 16 casi di Covid. Ma su 1000 esami effettuati ho scoperto che il 14 per cento, cioè 140 persone hanno sviluppato anticorpi al Covid. Di queste persone circa l'85 per cento aveva contratto il virus in modo asintomatico o con sintomi lievi». Dunque «questa è la prova conclude Francese - che i numeri ufficiali bisogna decuplicarli».

Fare uno screening su larga scala anche in previsione di una riapertura a fine mese sembra ormai una necessità. E non è il caso di temporeggiare ancora. Lo ha invocato anche ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha invitato le autorità statali e regionali a fare presto. «Veneto ed Emilia-Romagna sono già partiti. Dovete autorizzare i test sugli anticorpi, perché non sappiamo quanti sono gli immuni. Con questa incertezza non si può pensare a una riapertura».

Ma visto da Roma i tempi sembrano più lunghi delle richieste di certezza. Il presidente del Css Franco Locatelli, ieri ha detto che «nel giro delle prossime settimane tuto inizierà e verrà concluso in tempi brevi». E poi ha spiegato l'iter: «Vanno ancora messi a punto dei criteri per la campagna sui test sierologici come il dimensionamento campionario e la raccolta dei campioni in riferimento ai laboratori che dovranno essere presenti in tutte le regioni».

Insomma c'è tempo. Ma intanto, spiega il sindaco di Robbio, «ci sono aziende alimentari della zona che vogliono lavorare in sicurezza. Hanno chiamato i medici per fare i test ai dipendenti spiega il sindaco così possono isolare i positivi e capire quanta gente ha gli anticorpi».

La società civile, il mondo del lavoro vuole risposte. Così come Francese che si è accollato le spese dell'iniziativa: «Il test costa 45 euro e lo pago di tasca mia se qualche cittadino non ce la fa. Fino ad ora, però, c'è stata una grande opera di solidarietà tra imprenditori locali e persone che pagavano due test al posto di uno per regalare l'altro a chi non poteva pagare».

Il prelievo venoso è un procedimento serio. Ogni test va analizzato in laboratorio e rileva la quantità esatta degli anticorpi che si hanno nell'organismo, quindi a seconda della quantità, si può anche stabilire a che punto è la malattia o se l'hai superata. Ma c'è un limite. «L'unico difetto è che è in ritardo di chi è positivo di 5-6 giorni. Se stai incubando il virus non rilevi l'infezione. E dunque devi rifarlo nel tempo. Ma per acquisire il patentino d'immunità è perfetto: sai esattamente quanti anticorpi hai, da 0 a 100 e soprattutto se hai già fatto il covid senza neppure accorgerti».

La sperimentazione ha riscosso un tale successo che persino il San Matteo di Pavia ha chiesto ai cittadini di Robbio che hanno gli anticorpi alti di donare il sangue per curare i malati in ospedale.

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