
I punti chiave
C'è una donna in provincia di Pescara che manca dal 2017. Risulta scomparsa, si indaga per omicidio, tuttavia le informazioni ufficiali sono così poche da portare le persone che le volevano bene a chiedere a gran voce: giustizia per Gioia. Si chiama proprio così la fanpage Facebook aperta da alcuni cugini di Giovina Mariano, detta Gioia, che risulterebbe scomparsa dall'8 marzo 2017. Il condizionale è d'obbligo perché, come accennato, le certezze in questa vicenda sono davvero molto poche.
Sono proprio i cugini di Gioia a cercare di mantenere alta e viva l’attenzione sul caso, dopo un’intensa ma fugace copertura mediatica nell’ultimo trimestre del 2021. Non cessano però numerosi messaggi di sconosciuti sulla fanpage Facebook: c’è chi esprime solidarietà, chi chiede se ci siano novità, chi semplicemente rivede un proprio caro nella storia di questa donna. “La mia idea - spiega a IlGiornale la cugina Margherita Mariano, che vive a Parigi ed è stata fermata da una sconosciuta che le chiedeva come mai non si parlasse più di Giovina - è che una donna nubile e senza figli, che non è stata né stuprata né visibilmente massacrata, non sia un soggetto sufficientemente attraente per far spettacolo. C’è da chiedersi se chi si occupa di informazione non confonda intenzionalmente l'appetenza morbosa dell’utente per il ‘crime’ con la ricerca di giustizia che invece interessa i familiari degli scomparsi”.
La scomparsa
“Prima della sparizione - racconta ancora il cugino Giovanni Mariano a IlGiornale - cercai di raggiungere Gioia. Era Natale 2016: ogni anno le portavo un presente, ma per la prima volta in tanti anni non ricevetti risposta, né al cancello di casa né al telefono”. Giovanni, in quel contesto, venne a sapere di un insolito incidente occorso alla cugina nei giorni precedenti, a Rigopiano.
Nel 2017 Giovina Mariano, originaria di Fallo, aveva 60 anni e viveva da sola a Moscufo, in provincia di Pescara. Era stata, fino al 2000, un’impiegata comunale nel capoluogo: in quell’anno aveva presentato le sue dimissioni, a seguito della morte del padre che aveva lungamente assistito.
L’ultimo contatto ufficiale risale all’8 marzo: il nipote, suo ospite, l’avrebbe vista per l’ultima volta alle 8 del mattino. Chiamata al telefono, nei giorni successivi, non risulta raggiungibile. La denuncia di scomparsa però avviene solo 42 giorni dopo, il 19 aprile. Stando a quanto riportato dal dossier di Sara Del Vecchio apparso su Il Pescara, secondo il nipote Alessio Mariano - che successivamente è rimasto a vivere in casa della zia con la fidanzata - e il fratello Domenico Mariano venuto a mancare un anno fa, la donna sarebbe partita per cercare lavoro a Milano, ospite di amici non meglio identificati, mai rintracciati e sconosciuti ai cugini che da sempre intrattenevano contatti periodici e capillari con la donna scomparsa).
Eppure non mancherebbe nulla dei suoi effetti personali da casa, compreso il bite da cui non si separava mai. Una circostanza insolita dunque, quella di questi presunti amici di Milano, tanto più che la donna non avrebbe avuto grandi frequentazioni neppure a Moscufo, con l’eccezione della famiglia e dei conoscenti che incontrava per le incombenze comuni, come i vicini di casa e la parrucchiera.
Le indagini
La grande domanda è: come è stata cercata Gioia Mariano? L’indagine sembra essere punteggiata di ritardi e imprecisioni. Non solo appunto il ritardo con cui è stata presentata la denuncia - che in realtà è una “dichiarazione” di allontanamento volontario, una prassi che molti addetti ai lavori vorrebbero cambiare, proprio per intervenire tempestivamente in vicende come questa - ma anche per via del fatto che gli inquirenti avrebbero acquisito un numero di cellulare errato sul quale effettuare le ricerche (celle telefoniche, tracciamento, tabulati e così via).
Il 22 dicembre 2021 i cugini apprendono dalla tv che si sta indagando per omicidio, ma a tutt’oggi si è ancora bloccati alle indagini preliminari. Anche per questo si sa poco e nulla. Per esempio: Giovina Mariano avrebbe avuto un tesoretto in banca: nel 2000 è venuto a mancare il padre da lei accudito, evento per cui la donna avrebbe ricevuto una certa somma con la successione. Ha prelevato? C’è un modo per seguire un eventuale tracciamento di denaro? “Questo ci manca. Credo che la magistratura lo sappia, non noi. Possiamo giungere ad alcune deduzioni, ma è prioritario che si indaghi”, afferma, tutt’altro che rassegnata la cugina Margherita Mariano.
I nove cugini - che inizialmente si sono rivolti unitamente all’associazione Penelope, che ora segue solo due di loro - avrebbero contattato più volte le autorità inquirenti ma la risposta è stata sempre la stessa: si è nella fase delle indagini preliminari. “È sconcertante. Gioia non deve cadere nel dimenticatoio. Non è sano, non è logico, non è corretto”, rincara il cugino Giovanni, che con la sorella Margherita è seguito dalla legale Matilde Sacchi. E il loro sfogo è comprensibile: questa è una vicenda che può capitare a chiunque, le persone non scompaiono nel nulla. E se, come la procura pensa, omicidio c’è stato, l’unico desiderio per loro è conoscere la verità, ed eventualmente dare alla donna una degna sepoltura.
Un qr code per Gioia
A giugno 2025, i cugini di Giovina Mariano hanno dato vita a una singolare iniziativa, al fine di tenere alta l’attenzione sul caso: hanno fatto affiggere dei manifesti con un testo e un qr code che rimanda a un libro digitale e a una mostra virtuale che ripercorrono il caso. “Di Gioia si perdono le tracce alla fine del febbraio 2017. Due mesi dopo veniamo informati di un misterioso viaggio verso un’ignota località presso amici sconosciuti; nel contempo viene depositata presso i Carabinieri una dichiarazione di allontanamento volontario”, esordiscono i parenti Margherita, Giovanni, Mario e Mara Mariano nel manifesto.
“L’incongruenza di questa prolungata assenza e la preoccupazione legata alla pandemia spingono alcuni di noi a cercarla qualche anno più tardi - proseguono - Nel dicembre 2021 apprendiamo da una nota trasmissione televisiva che un Tribunale indaga sul suo probabile omicidio. Da allora, non abbiamo saputo più nulla, né abbiamo ricevuto un riscontro sulle indagini ufficialmente tutt’ora in corso”.
I cugini parlano nel manifesto dello sconforto e la frustrazione che questa vicenda suscita in loro: da un lato i media nazionali sembrano essersi dimenticati di Giovina, dall’altro le istituzioni sembrano tacere e, come detto, le indagini sono ferme alla fase preliminare dal 2021. “La nostra indifferenza - concludono i cugini - sarebbe un’ulteriore ed ingiusta negazione della dignità e dell’altruismo di questa donna esemplare; è dunque nostro obbligo scavalcare l’inerzia circostante per affermare la nostra volontà di perseguire la ricerca della verità.
Questo lavoro è la risposta provvisoria a un imperativo: reclamare giustizia e colmare con grazia ed affetto l’orrido buio di una sepoltura vuota. È un grido di rabbia, una rabbia tanto più dolorosa che non sappiamo neppure verso chi rivolgerla”.