A desso anche Angelino Alfano si è accorto del problema della legalità dei campi rom. E sull'argomento prova a fare un passo indietro. Un passo, cioè, verso la loro chiusura in un «quadro di legalità». Il ministro dell'Interno spiega che è proprio il contesto di «legalità europea» a non conciliarsi con la presenza dei campi nomadi. Per voltare definitivamente pagina, il ministro è disposto anche a mettere in campo «tutta la forza dello Stato e le risorse che saranno necessarie per venire incontro alle esigenze dei Comuni» investiti del gravoso problema. Ai microfoni di Radio Rai Uno , Alfano si spinge anche a prefigurare la misura più drastica: l'espulsione. «Almeno per tutti coloro che non vorranno sottoscrivere un patto di emersione dalla loro condizione border line rispetto allo Stato italiano».
Una sorta di moratoria per tutti coloro che «vorranno partecipare a un programma di assegnazione di luoghi più civili nei quali vivere». I primi a bacchettare il ministro sono i radicali, campioni da sempre di una materia tanto spinosa oggigiorno come quella dei diritti umani. «Dichiarazioni come queste - sbotta Riccardo Magi, presidente dei Radicali nonché consigliere comunale a Roma - prefigurano già sanzioni da parte dell'Europa. Inoltre Alfano dimentica che più della metà dei rom ha nazionalità italiana e non può quindi essere espulsa». Per i radicali, poi, l'Europa potrebbe bacchettarci anche per interventi pensati su base etnica. Il ministro ovviamente respinge al mittente ogni dubbio. «Noi - spiega - rispetteremo tutte le leggi e le direttive comunitarie, ma pretenderemo il rispetto di tutte le leggi».
«Ben venga il ravvedimento del ministro - commenta il governatore Roberto Maroni, a proposito della proposta dello sgombero dei campi rom lanciata da Alfano - ma si scordi le case Aler. I nomadi non scavalcheranno le nostre graduatorie». Il ministro Alfano è tornato anche ad affrontare il problema dell'immigrazione clandestina e dei profughi respinti alla frontiere di Austria e Francia. E ha lanciato alla sua collega di governo Roberta Pinotti (ministro della Difesa) la proposta di usare caserme dismesse sul territorio nazionale come «hub» provvisori dove ospitare i migranti in attesa di una ricollocazione da parte delle singole amministrazioni comunali. Le Regioni, spiega Alfano, dovranno individuare i luoghi più idonei per questi «hub». Per adesso si tratta solo di proposte e idee. E c'è chi come Giovanni Toti, presidente della Liguria, vuole mettere alla prova il ministro su fatti concreti. «Il problema è vasto - spiega l'esponente di Forza Italia e neo governatore della Liguria - Finora Renzi ha detto molto e fatto molto poco. Se fosse vero e praticabile quanto proposto da Alfano ne sarei lieto».
L'idea di questi cosiddetti «hub» è emersa durante l'incontro che ha visto confrontarsi i rappresentanti dell'Anci e il responsabile del Viminale. Si tratterebbe di una soluzione pratica e temporanea che verrebbe a sostituire il gravoso compito fin qui svolto dai singoli prefetti nell'individuare i luoghi idonei alla prima accoglienza. «Comunque - spiega Antonio Decaro, sindaco di Bari e vicepresidente dell'Anci - i numeri non sono così elevati: si tratta di numeri che nel nostro Paese non coprono neppure il calo demografico».
Anche su questo il neogovernatore della Ligura ha da dissentire. «L'arrivo di 100mila persone - puntualizza Toti - mi sembra una discreta invasione. Non mi sembra giusto che l'Italia diventi un grande campo profughi per l'Europa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.