Ruby, la difesa di Berlusconi: "Ecco perché va assolto"

Riprende il processo d'appello sul caso Ruby. I legali del Cav chiedono l'assoluzione: la condanna è un "travisamento dei fatti"

Ruby, la difesa di Berlusconi: "Ecco perché va assolto"

"Assolvete Silvio Berlusconi". Accelerando i tempi, e chiudendo in una sola udienza le arringhe difensive per cui i giudici avevano concesso tempi assai più lunghi, i difensori del Cavaliere hanno presentato oggi alla Corte d'appello di Milano le loro richieste per il processo Ruby. E sono richieste che puntano ad azzerare in toto la condanna a sette anni di carcere per concussione e per utilizzo della prostituzione minorile inflitta l'anno scorso a Berlusconi in primo grado.

Quella condanna, hanno sostenuto oggi in aula Filippo Dinacci e Franco Coppi, è figlia di un "travisamento dei fatti" che ha trasformato in reati episodi che erano entrambi privi di rilevanza penale: i contatti tra Berlusconi e Kharima El Mahroug alias Ruby nel corso delle serate di Arcore, e la telefonata in questura che la notte del 27 maggio 2010 portò al rilascio di Ruby e alla sua consegna alla consigliera regionale Nicole Minetti.

È proprio sulla telefonata che si sono concentrate le attenzioni di Dinacci e Coppi, anche perché è la condanna per concussione ad avere pesato di più nel computo della pena inflitta a Berlusconi in primo grado. Negli atti del processo, dice Dinacci, non c'è traccia che Berlusconi abbia in alcun modo minacciato i vertici della questura di Milano per ottenere il rilascio di Ruby, e non basta certo il prestigio della carica rivestita a trasformare una segnalazione in un reato: "se uno ha una figura di rilevo e chiede una cortesia commette una concussione?", si è chiesto Dinacci. E ha aggiunto: "e se un magistrato telefona in questura per avere un passaporto per il figlio, allora?". E Coppi ha aggiunto che al massimo, nel convincere i poliziotti ad assecondare Berlusconi, può esserci stato del "timore reverenziale", ma " in nessuna teoria giuridica è previsto che il timore reverenziale possa essere giuridicamente tutelato". "Se il capo di gabinetto Ostuni temeva per la sua carriera e ha fatto un rapidissimo calcolo sono fatti suoi", ha concluso Coppi. L'ordine di Berlusconi ai poliziotti di liberare Ruby di cui si parla nella sentenza è per Coppi una "invenzione dei giudici".

L'altro elemento del "mostro giuridico" è per Dinacci il percorso che ha portato i giudici di primo grado a ritenere provati sia i rapporti sessuali tra Ruby e il Cavaliere sia (elemento indispensabile per giungere alla condanna) la consapevolezza da parte di quest'ultimo della minore etá della ragazza. Le parole di Ruby vengono prese per oro colato "a corrente alternata", "solo quando ammette e mai quando nega", senza tenere conto di trovarsi davanti ad un soggetto che gli psicologi sentiti in aula descrivono come preda di "fantasticherie autistiche". Di rapporti hot con Berlusconi, dicono i difensori, non c'è traccia negli atti. E la condanna li ritiene provati sulla base di "sillogismi probatori" e di "scorciatoie". Coppi terminerà probabilmente già oggi la sua arringa. La sentenza testa prevista per venerdì.

Quasi i contemporanea, nell'aula accanto si è aperto il processo d'appello parallelo a Emilio

Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, accusati di avere procacciato le ragazze da portare alle feste di Arcore. Ma qui i ritmi sono più blandi e dopo le formalità di apertura il presidente rinvierà il processo a dopo l'estate.

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