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Salvini accelera e invoca il referendum per il maggioritario

La richiesta del leader alle Regioni "entro fine mese". L'idea del "modello inglese"

Salvini accelera  e invoca il referendum per il maggioritario

Roma - Duello sulla legge elettorale. Se il Pd concede il via libera al taglio dei parlamentari soltanto a condizione che si mandi in pensione l'attuale Rosatellum e si torni a un sistema proporzionale puro, riportando il potere di scelta e di trattativa interamente dentro il Parlamento, la Lega fa scattare la sua contromossa.

Matteo Salvini si consulta con Roberto Calderoli e invita cinque regioni a proporre un referendum abrogativo entro la fine di settembre per eliminare la componente proporzionale dall'attuale legge elettorale. L'obiettivo è anticipare le mosse dell'attuale maggioranza e metterla di fronte alla volontà popolare. La proposta viene lanciata dal leader della Lega all'assemblea degli amministratori locali di Milano. «Se cinque Regioni, a maggioranza assoluta, chiedono un referendum, questo verrebbe poi sottoposto a 60 milioni di italiani». Ma la richiesta, ha spiegato, deve essere presentata «in fretta, entro la fine di settembre». L'obiettivo sarebbe quello di varare per la prima volta un sistema maggioritario al 100%, senza clausole o cuscinetti di garanzia perché «in Italia serve una legge elettorale all'inglese, dove vengono eletti nei collegi quelli che vanno in Parlamento ed eleggono il governo».

Un referendum abrogativo di questo tipo si tenne il 18 aprile 1999, per eliminare il 25% di quota proporzionale previsto dal Mattarellum. Due comitati si mossero: quello formato da Segni e Di Pietro e l'iniziativa autonoma della Lista Pannella. Non raggiunse il quorum per pochissimo (49,6%) in un clima di inevitabili contestazioni.

«Quello che possiamo fare è cancellare la possibilità di inciucio a vita e togliere la quota proporzionale: 631 collegi in cui gli italiani sanno per nome e cognome chi eleggono e quindi c'è un governo» spiega Salvini che apre anche sulla possibilità di far eleggere direttamente il Capo dello Stato. «Eleggerei anche il Presidente della Repubblica con il voto diretto dei cittadini, ma facciamo una cosa per volta».

Un primo segnale di disponibilità arriva da Attilio Fontana e Luca Zaia. «Bisogna capire che tempi ha il Parlamento e che tempi abbiamo noi» dice il governatore del Veneto. «Noi lo faremo subito, perché poi dobbiamo presentare tutto entro il 30 settembre». Pronto all'azione anche il governatore lombardo. «Il ritorno al proporzionale, come vuole fare questo governo, sarebbe un ennesimo ritorno al passato. Sarà una corsa contro il tempo». Una posizione simile a quella sposata da Giovanni Toti. «Avanti, per dare al Paese una legge elettorale maggioritaria, contro chi vuole privare gli elettori della possibilità di scegliere il proprio destino».

Salvini in queste ore è naturalmente impegnato per il grande appuntamento di Pontida di oggi dove parleranno anche amministratori locali del Sud, sindaci e giovani sotto lo slogan: «La forza di essere liberi». «Stando ai numeri, sarà la Pontida più partecipata di sempre, perché abbiamo adesioni simili da tutta Italia: solo dal Lazio arriveranno 2.000 persone». Sui contenuti naturalmente il leader della Lega non le manderà a dire al premier, ai Cinquestelle e al Pd, ma fa sapere che al discorso penserà soltanto nella notte. «Tirerò fuori un'idea di Italia, fondata su principi ben chiari, quali il lavoro, la famiglia, la sicurezza. Tutti aspetti che questo governo ha dimenticato. Spero che M5S e Pd si alleino ovunque, perché così si fa chiarezza. I pentastellati sono passati dalla grande rivoluzione all'appendice sfigata del Pd».

Salvini prometterà che si tornerà presto al governo, «ma con dignità, non come questo governo con lo scotch alle poltrone».

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