Scatta la gara tra i politici per fare votare i sedicenni

Da Zingaretti a Di Maio, da Sala a Calenda, tanti «sì» all'idea di Letta. La Lega: «Nostra proposta nel 2015»

Scatta la gara tra i politici per fare votare i sedicenni

Tutti sul carro di Greta, e tutti per il voto ai sedicenni, facendo a gara a chi l'ha proposto prima.

La riforma non è semplice, va scritta in Costituzione, ma la nuova acrobatica maggioranza di governo ora sembra presa da un irrefrenabile entusiasmo.

La novità parte dalle piazze dei «Fridays for future» ispirati da Greta Thunberg. Il Pd e i grillini si sono subito messi sulla «scia» della ragazzina svedese impegnata a salvare il mondo. Per cementare un po' il governo giallo-rosso, d'altra parte, non potevano chiedere di meglio: nelle piazze degli studenti ambientalisti, una sinistra in cerca di idee ha incontrato facilmente i pauperisti venuti dal nulla, i 5 Stelle fautori della «decrescita felice». Ed è così, niente di meno che dalla «apertura» della prima pagina di «Repubblica», che arriva la grande idea di Enrico Letta (che poi forse era già di Beppe Grillo): il voto ai sedicenni. «Una riforma costituzionale da fare in un anno» calcola l'ex presidente del Consiglio in un'intervista a tutta pagina che chiede al governo di «non esitare». L'idea non è del comico genovese fondatore del Movimento? «No, l'avevo già avanzata due anni fa» risponde Letta, ora direttore della scuola SciencesPo di Parigi. La definisce «urgente». «È un modo - spiega - per dire a quei ragazzi che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: vi prendiamo sul serio».

A dire il vero, non c'era alcun dubbio: le élite progressiste hanno preso sul serissimo gli studenti, anzi sono letteralmente in estasi per loro. La stessa «Repubblica» ha definito «un deposito di democrazia» le manifestazioni di venerdì, tacciando di «negazionismo» chiunque osi mettere in dubbio il fatto che stia arrivando quella che chiama sobriamente «l'Apocalisse».

I ragazzini salveranno il mondo, dunque, e magari anche gli asfittici sondaggi di Pd e 5 Stelle. Dai «capi politici» in giù quindi, è tutto un rilanciare e rivendicare. Il ministro Luigi Di Maio sottolinea: «Il voto ai sedicenni è una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza». «I giovani in Italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, gretini - aggiunge - per noi questi giovani vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica».

Il primo gruppo parlamentare quindi dice sì al voto a un milione e 100mila sedicenni (dati Istat). E il secondo non vuole essere da meno. Il segretario democratico, Nicola Zingaretti, con un bel tweet pomeridiano fa sapere di essere «da sempre favorevole al voto ai sedicenni». «Bene oggi le parole di Enrico Letta - scrive - La passione civile di tante ragazze e tanti ragazzi che incontro tutti i giorni rafforzano questa idea. Ora è tempo!».

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si propone come interlocutore dei ragazzi, e dà pure lui il suo via libera: «Potrebbe avere senso - dice - per avvicinarli alla politica». La capogruppo al Senato di Fi Annamaria Bernini è possibilista ma chiede di cominciare dalle amministrative. E propone di accompagnare i ragazzi «con politiche di sensibilizzazione e approfondimenti», per evitare l'astensione. Carlo Calenda invece esulta ed esplode in un «bravo Enrico Letta».

Quindi si unisce anche il Carroccio: «Proposta presentata dalla Lega nel 2015. Ben venga dunque la pur tardiva presa di coscienza di altre aree politiche». Letta gongola: «Salvini lo disse 3 anni fa e non ho dubbi che sarà coerente nell'appoggiare la proposta oggi».

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