Schiaffo alla Boldrini: il "suo" imam resta a casa

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Schiaffo alla Boldrini: il "suo" imam resta a casa

Il rinvio, o forse l'annullamento, della lectio magistralis dal titolo «Islam, religione di pace», che lo Sheikh di Al Azhar, Ahmed al-Tayyeb, paragonabile al «Papa dell'islam maggioritario sunnita», avrebbe dovuto tenere il 21 ottobre alla Camera su invito della «presidentessa» Boldrini, è una clamorosa sconfitta di tutti gli islamofili nostrani, così com'è uno smacco per le istituzioni considerando che al-Tayyeb sarebbe stato ricevuto dal capo dello Stato Mattarella.

Noi dobbiamo ringraziare la commissione Esteri della Camera, presieduta da Fabrizio Cicchitto - promotore dell'invito ad al-Tayyeb - fatto proprio dalla «presidentessa» Boldrini, perché le conseguenze della loro somma ignoranza dell'islam e della loro collusione ideologica con il principale nemico della nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, aiuteranno finalmente gli italiani a scoprire che non esiste un «islam moderato».

Possibile che Mattarella, la Boldrini e Cicchitto non si siano informati su chi sia veramente al-Tayyeb? Sarebbe stato sufficiente fare una ricerca in internet per sapere che il 4 aprile 2002, da Mufti d'Egitto (massimo giureconsulto islamico), legittimò il terrorismo islamico suicida affermando: «La soluzione al terrore israeliano risiede nella proliferazione degli attacchi suicidi che diffondono terrore nel cuore dei nemici di Allah. I paesi, governanti e sovrani islamici devono sostenere questi attacchi». Nel 2003 al-Tayyeb confermò: «Le operazioni di martirio in cui i palestinesi si fanno esplodere sono permesse al cento per cento secondo la legge islamica».

E che non si tratti di un caso singolo, bensì la manifestazione della violenza intrinseca all'islam, è confermato da fatwe simili, responsi islamici, emessi dal predecessore di al-Tayyeb alla guida dell'università islamica di Al Azhar, una sorta di «Vaticano» dell'islam maggioritario sunnita. Il 4 aprile 2002 Tantawi sentenziò: «Le operazioni di martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge islamica».

Possibile che Mattarella, la Boldrini e Cicchitto non sappiano che ben due imam della Grande moschea di Roma, entrambi designati da Al Azhar, sono stati costretti ad abbandonare l'Italia per fatti legati al terrorismo islamico? Il 6 giugno 2003 l'imam Abdel-Samie Mahmoud Ibrahim Moussa, tuonò dal pulpito della sede dell'islam istituzionale in Italia, affidato a paesi musulmani moderati, Egitto, Arabia Saudita e Marocco: «Allah fai trionfare i combattenti islamici in Palestina, in Cecenia e altrove nel mondo! O Allah distruggi le case dei nemici dell'islam! O Allah aiutaci ad annientare i nemici dell'islam! O Allah assicura ovunque la vittoria della Nazione dell'islam!». Fu immediatamente espulso. Il 22 maggio 2004 il suo successore, l'imam Abdulwahab Hussein Gomaa, anche lui designato da Al Azhar, fu costretto a tornare in Egitto perché incapace a fronteggiare un gruppo di estremisti islamici annidato all'interno della Grande moschea di Roma. Il 26 marzo 2004 Abdul Karim al-Tibsi, un algerino che insegnava lingua e religione islamica in moschea, promosse una rivolta sfidando l'autorità dell'imam Gomaa, celebrando e guidando una «preghiera del morto» per commemorare lo sceicco Ahmad Yassin, il leader di Hamas assassinato dagli israeliani il 22 marzo.

Noi ci auguriamo che ora sia finalmente chiaro anche a Mattarella, la Boldrini e Cicchitto che lo stesso «Papa dell'islam maggioritario sunnita» è un apologeta del terrorismo suicida islamico, dell'annientamento fisico di Israele e del genocidio degli ebrei.

E ci auguriamo che comprendano che se lui fonda le sue tesi su ciò che Allah ha prescritto nel Corano e su ciò che ha detto e ha fatto Maometto, si deve prendere atto che l'islam è un'ideologia intrinsecamente violenta, che predica e pratica l'odio e la morte dei «miscredenti», di tutti i nemici dell'islam, ebrei, cristiani, infedeli, apostati, adulteri e omosessuali.

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