Milano«Spero che le parole del cardinale siano state fraintese. Altrimenti sarebbe grave che un pastore di anime offendesse la libera scelta di milioni di italiani, buoni cristiani ma non fessi». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, spara a palle incatenate contro l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, il giorno dopo il commento arrivato da Scola su astensionismo e voto di protesta. E i suoi lamentano anche che l'arcivescovo non abbia ancora trovato tempo per incontrare i leghisti.
«Non voglio rubare il mestiere dei politici, io faccio il vescovo di mestiere» l'esordio di Scola. A seguire, un'analisi del risultato elettorale: «Si può solo dire che alla fine ciò che tiene in politica, come in ogni altra cosa, è la capacità di parlare agli uomini, a tutti gli uomini e a tutto l'uomo. Se qualcosa ha un orizzonte più ristretto, io penso che magari può anche sul momento avere impatto, ma poi uno deve curarsi del futuro, deve progettare un futuro».
Queste le parole pronunciate dall'arcivescovo di Milano: certo non un apprezzamento verso posizioni estreme di Salvini, impensabile da parte di un uomo di Chiesa, ma nemmeno una scomunica in toto della Lega. La Curia ha pubblicato sul sito il video integrale dell'incontro con i giornalisti di Scola, che in quel momento rispondeva a una domanda della cronista di Repubblica sul voto di protesta e su Salvini che parla contro i rom e fa incetta di voti. Soprattutto la sintesi, «Per la Lega un voto di protesta che non ha futuro», è finita nel mirino di Salvini, che ha riportato su Facebook la vicenda con un manifesto: «Titolo di Repubblica di oggi». Insomma, sembrano tornati i tempi degli attacchi leghisti al cardinale Dionigi Tettamanzi.
L'arcivescovo ha commentato con preoccupazione l'astensionismo: «Penso che la cosa sia legata a un fenomeno di transizione, cioè i partiti politici devono trovare forme rinnovate di partecipazione. Per fare questo devono essere credibili nelle proposte e nelle persone». E ha poi soprattutto sottolineato come i cattolici siano assenti dalla scena politica. Frasi destinate a far riflettere tutti, a destra, sinistra e al centro, dal momento che Scola ha salvato solo un gruppetto di giovani appassionati di temi sociali: «La voce dei cattolici in politica è quasi sparita, almeno dal punto di vista dell'organizzazione di un cattolicesimo politico».
Nella polemica è intervenuto il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che ha rivendicato «collaborazione» della Lega con la Curia. Il tutto durante una conferenza stampa in cui, con il neo presidente della Liguria, Giovanni Toti, ha però confermato la tolleranza zero verso i migranti, non propriamente in linea con gli interventi dell'arcivescovo che continuamente invita all'integrazione. Maroni ha parlato della circolare inviata dal ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ai prefetti, con cui il Viminale chiede 7.500 nuovi posti per i migranti, spingendo su Veneto e Lombardia. «Circolare illegittima sul piano giuridico. Viola la legge» l'attacco di Maroni, secondo il quale non si tratterebbe di profughi ma di clandestini.
Maroni ha poi invitato i sindaci lombardi a dire no ad Alfano. In sintonia Giovanni Toti: «Ci allineiamo a Lombardia, Veneto e Valle d'Aosta: il governo scarica clandestini e tasse sugli enti locali». Porte chiuse ai migranti anche in Liguria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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