Manila Alfano
È la scommessa della Francia sull'eccellenza tutta italiana. Centoventi pazienti francesi in viaggio per Pavia, diretti al centro nazionale di adroterapia oncologica, una sorta di versione ridotta dell'acceleratore del Cern di Ginevra. Il modo nuovo, all'avanguardia per combattere il male. Solo che, invece di dare la caccia al bosone di Higgs, qui si lotta contro i tumori con tecniche che in Francia non esistono. Ecco perché il ministero della salute francese ha finanziato il progetto di cooperazione che vede protagonista il Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica) di Pavia. Qui i tumori possono essere curati con un'innovativa tecnica che consiste nell'utilizzo di fasci di particelle di ioni carbonio che spezzano il Dna delle cellule malate. Sembra fantascienza eppure è realtà. Grazie a un sincrotrone di 25 metri di diametro e 80 di circonferenza, accelerano protoni e ioni carbonio per colpire in modo mirato diversi tipi di tumore in molti casi non trattabili con la radioterapia «classica» penetrando fino a 30 centimetri nel corpo umano, risparmiando cellule e tessuti sani. Per raggiungere questi livelli di accuratezza e profondità il sincrotrone utilizza energie fino a 240 volte più elevate rispetto alla radioterapia con i raggi X.
Il centro di Pavia è raro, proprio per la sua qualità altissima. Nel mondo ne esistono altri sei, in Germania, Austria, Giappone e Cina. «Entrato in attività nel settembre del 2011 è l'unico centro italiano a combattere i tumori in questo modo - spiega la dottoressa Barbara Vischioni, medico radioterapista del Cnao - e il nostro centro ha consentito a oggi il trattamento di oltre mille e settecento pazienti oncologici». All'inizio non è stato facile, reperire i fondi ad esempio. Poi, nel 2009 sono iniziate le sperimentazione sugli animali come richiesto dal protocollo. Due anni dopo sono partiti i trattamenti sui pazienti e dal 2017 l'adroterapia è entrata nel Sistema Sanitario Nazionale. (0382 078963 il numero del servizio medico a cui i cittadini possono rivolgersi). Un'innovazione che riempie d'orgoglio. «Gli ioni carbonio sono particelle molto pesanti e oltre a questa maggior precisione hanno la caratteristica di rompere il Dna delle cellule tumorali con più efficacia, rispetto i raggi X e i protoni», spiega. Oggi poi aumentando la disponibilità dei centri si stanno allargando le indicazioni dei tumori da trattare, e ci sono protocolli anche per quelli che prima non venivano trattati con questa terapia, come il tumore al polmone, alla prostata, al pancreas e altri ancora.
Roberto Orecchia, direttore scientifico del centro e ricercatore associato dello studio, spiega: «L'obiettivo è capire quanto l'adroterapia con ioni carbonio, rispetto alla radioterapia con protoni e fotoni, possa garantire una più elevata sopravvivenza senza progressione della malattia, una
riduzione degli effetti collaterali. Sono stati trattati con ioni carbonio oltre 1000 pazienti con ottimi risultati in termini di controllo della malattia e contenimento degli effetti collaterali». Ed è un ottimo inizio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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