Scomparsa e trovata morta: il marito accusato d'omicidio

Il corpo della donna scoperto sabato scorso in un canale Oggi l'autopsia: va ancora stabilito se sia stato un delitto

Scomparsa e trovata morta:  il marito accusato d'omicidio

L'hanno cercata per nove mesi. Appelli a «Chi l'ha visto?», battute di carabinieri e volontari, amici e conoscenti chiamati e ascoltati per cercare di capire cosa potesse essere accaduto. Che fine avesse fatto quella donna. Niente, tutto inutile. Fino a sabato 18 ottobre, quando un corpo in avanzato stato di composizione è stato trovato in un canale di scolo in località Chiappa a Isola d'Asti. Quello che si poteva immaginare adesso è tragica certezza. Il corpo è quello di Elena Ceste, la casalinga trentasettenne, madre di quattro bambini, scomparsa da casa il 24 gennaio scorso. Abitava con il marito, vigile del fuoco, a Costigliole d'Asti, un clilometro o poco più dal luogo in cui gli operai che stavano pulendo il canale in terreno agricolo hanno fatto la macabra scoperta.

C'è voluto l'esame del Dna per essere sicuri che si trattasse proprio dei resti di Elena; ora bisognerà attendere gli esami autoptici e tossicologici per capire qualcosa di più. Insomma toccherà alla scienza cercare di chiarire se sia trattato di un incidente, di un suicidio o se piuttosto non ci si trovi di fronte a un delitto. Sul caso si profila un'ombra decisamente inquietante. Nonostante gli inquirenti parlino di «atto dovuto» per permettergli di nominare un proprio consulente durante gli esami che terranno oggi- Michele Buoninconti, il marito, risulta iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi d'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Lui, l'uomo che per mesi su tv e giornali ha lanciato appelli affinché la sua Elena tornasse, ma che negli ultimi tempi reagiva in modo scomposto davanti alle telecamere, ieri mattina si è visto notificare l'atto dai carabinieri mentre era a casa. Su Michele pesa più di un sospetto. Non solo da parte degli investigatori. «Ora non è il momento di piangere. Ora dobbiamo far tremare chi ti ha fatto del male. Io sarò il suo incubo... il desiderio di giustizia è troppo forte...», scrive su Facebook Morena Deidda, amica del cuore di Elena Ceste. I parenti dell'indagato però lo difendono: «È sconvolto: ha pianto tutta la sera e continua a pensare a Elena. Noi ci siamo sempre fidati di lui e di quello che ci siamo sempre detti in questi nove mesi. Continuiamo a fidarci di lui, fino a prova contraria», dice Danilo Pacelli, cognato della vittima. Che aggiunge, a «Quarto grado»: «Michele, insieme a noi, ha cercato Elena anche nel punto dove è stata trovata. Siamo andati a cercarla con le torce anche di notte, il giorno stesso e quelli successivi alla sua scomparsa, quando non c'era la neve... l'abbiamo cercata e l'hanno cercata... c'è stato un dispiegamento e mi fa strano che non l'abbiamo vista».

È stato però detto più volte che Elena avrebbe avuto una relazione con un altro uomo, e di questa relazione Michele ne sarebbe stato a conoscenza. Abbastanza dunque per trasformarlo, anche se frettolosamente, in potenziale assassino. Resta poi in piedi l'ipotesi della setta. Nei primi giorni dopo la scomparsa, un'amica di Elena si era soffermata sul ritrovamento di alcuni vestiti in giardino, fatto piuttosto insolito ma che - secondo la sua tesi - si sarebbe potuto collegare ad una setta religiosa. Elena era una donna molto devota e in tanti hanno pensato potesse essere entrata in contatto con personaggi equivoci. Il sospettato numero uno resta però il marito.

Molti particolari dei suoi racconti non hanno convinto gli investigatori: a partire dagli orari della scomparsa che non coincidono con le dichiarazioni della vicina di casa, fino ad alcune conversazioni tra lui e i figli. In particolare l'uomo avrebbe chiesto ai bambini, il più grande ha 12 anni, di non «sbilanciarsi» circa i rapporti tra lui e la mamma. E di non dire che i litigi erano all'ordine del giorno.

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