Scuola, altro bluff dei Cinque Stelle. Solo briciole agli insegnanti: 14 euro

Docenti sul piede di guerra: «Così la trattativa non può partire» Il ministro Bussetti prende tempo. Gli studenti contestano Luigi

Scuola, altro bluff dei Cinque Stelle. Solo briciole agli insegnanti: 14 euro

Roma - Ennesima promessa mancata per il vicepremier grillino, Luigi Di Maio. Molto facile parlare quando si è all'opposizione assai più difficile mantenere gli impegni quando si governa. Di Maio leader del M5s aveva assicurato: «Adegueremo gli stipendi dei docenti italiani alla media europea». Di Maio ministro dello Sviluppo economico invece non riesce a trovare più di 14 euro al mese netti per i professori che meno di un anno fa aveva illuso.

Insomma dopo 10 anni di blocco contrattuale per i docenti e personale Ata anche in questa legge di Bilancio sembra che non sarà possibile trovare la compensazione per i mancati aumenti. E intanto il vicepremier pentastellato ieri è stato contestato pure «a casa sua» ovvero a Pomigliano dagli studenti della Rete della Conoscenza che lo hanno accusato, appunto, di non mantenere gli impegni presi sulla scuola. «Di Maio non mantiene le promesse che ci ha fatto in diretta streaming il 26 ottobre», attacca Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. Contestazione sgradita per Di Maio che ha preferito non affrontare i ragazzi come fa notare Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «Il vicepremier Luigi Di Maio scappa da un Istituto tecnico di Pomigliano d'Arco, sgattaiolando da un'uscita secondaria per evitare la contestazione di un centinaio di studenti. Dov'è finito il confronto con il popolo?», scrive la Gelmini su Twitter.

Per il contratto sono sul piede di guerra i sindacati che fanno notare come gli stanziamenti previsti in manovra in sostanza non possano neppure esser definiti aumenti reali ma soltanto una copertura per l'indennità di vacanza contrattuale. Insomma l'ennesima grana per il governo tanto che si sente in dovere di intervenire il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, per spiegare che «il cammino della legge di bilancio è appena cominciato» e che dunque ci sarebbero «tutti i margini per inserire ulteriori risorse per il rinnovo dei contratti». Bussetti promette di incontrare i sindacati prima dell'approvazione delle legge di bilancio. Il governo evidentemente è preoccupato per la progressiva perdita di consenso a fronte delle troppe promesse mancate.

Per Pino Turi segretario generale Uil scuola «Le cifre stanziate nella legge di bilancio sono sufficienti solo per aprire il negoziato, ma non per chiuderlo».

Il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico fa notare che se «è giusto aiutare chi non lavora con il reddito di cittadinanza non bisogna nemmeno penalizzare chi lavora».

Per ora le risorse messe a disposizione dalla bozza della legge di Bilancio 2019 dovrebbero ammontare per il prossimo anno a un miliardo e 100 milioni di euro; per il 2020 a un miliardo e 425 milioni di euro; per il 2021 a un miliardo e 775 miliardi di euro. Dunque gli aumenti medi mensili degli stipendi si attesterebbero a 45 euro nel 2019, pari all'1,3 per cento, a 58 euro nel 2020, pari all'1,65 per cento e a 72 euro nel 2021, pari all'1,95 per cento. Ovviamente si parla di lordo.

Occorre però notare che tutti gli importi comprendono anche l'elemento perequativo per il personale della scuola che, nel precedente rinnovo dei contratti statali non raggiungeva, in base al proprio reddito annuo, la cifra di aumento di stipendio di 85 euro e le indennità di vacanza contrattuale e di produttività. Insomma i soldi in più in busta paga sarebbero al netto circa 14 euro. Troppo pochi.

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