Chissà, forse c'è la mano dei poteri forti. O magari la sindaca potrà dare ancora la colpa alle passate amministrazioni. Ma mentre il sospetto corre sul web grillino, ecco che si compie il complotto dell'abbacchio: le pecore assoldate dal Campidoglio per potare i parchi si rifiutano di brucare l'erba perché troppo alta e troppo secca. Se non interverranno con i trattori, tra qualche mese il verde pubblico, come una gigantesca pianta carnivora, inghiottirà la giunta a Cinque stelle.
Povera Virgy, anzi povera Roma. Non bastava l'inchiesta sullo stadio della Roma, con Mr. Wolf Lanzalone, il risolutore di problemi che M5s le aveva messo a disposizione quasi a sua insaputa, che era stato nominato presidente dell'Acea e che ora è finito agli arresti domiciliari. E nemmeno le buche, quelle voragini dispettose che, invece di chiudersi diligentemente da sole, si sono trasformate in crateri durante il passaggio del Giro d'Italia. No, ci mancava solo la congiura delle greggi. I cinquantamila ovini messi a disposizione dalla Coldiretti e annunciati con gran pompa dalla Raggi come una delle realizzazioni della giunta, invece di brucare belano delusi. Il «piano fienagione» ha fatto flop, o meglio, beeeh.
Il motivo è semplice, il Comune ha sbagliato i tempi. L'avviso pubblico, scaduto il 29 giugno, prevedeva infatti la concessione temporanea di aree verdi per il periodo tra il 15 giugno ed il 15 luglio. Ma l'erba, che notoriamente cresce a primavera, a fine giugno è già molto alta e soprattutto secca e «indigeribile» per le pecore. Pertanto nessun produttore ha un reale interesse a tagliarla per darla in pasto al proprio bestiame. Risultato, bando deserto e «ecopascolo» fallito.
A dire il vero, come ha segnalato Romatoday, martedì scorso su Facebook sono comparse le foto di alcuni ovini affamati in giro per l'Urbe, come nei quadri di Roesler Franz. Decine di pecore all'assalto, non di un parco o di una villa incolta, ma di un banale spartitraffico a Tor Pagnotta, quartiere Laurentino. «Si tratta del gregge di un pastore che opera in questa zona», ha chiarito Maurizio Romano, presidente dell'associazione I casali della Memoria.
E l'«ecopascolo», che fine ha fatto? «Nel nostro territorio il bando sulla fienagione ha visto la partecipazione di sole due aziende, che poi però si sono ritirate ha spiegato l'assessore all'ambiente del Municipio IX Marco Antonini Il periodo era
sbagliato, adesso stiamo provvedendo a sfalciarli con i trattori del servizio giardini e con quelli che la Coldiretti sta mettendo a disposizione». Se poi non funziona, basta farsi prestare qualche rinoceronte dall'Uganda.
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