La segreteria di Forza Italia? Gelmini: "Non lo escludo"

È iniziata la sfida per la riorganizzazione del partito Berlusconi fa sapere ai suoi: più forti se restiamo uniti

La segreteria di Forza Italia? Gelmini: "Non lo escludo"

Lei si candiderà alla segreteria? «Quando ci sarà la discussione porremo le candidature. Questo lo valuteremo, non escludo nulla». Mariastella Gelmini ad Agorà, il programma condotto da Serena Bortone, apre a una possibile candidatura alla guida di Forza Italia. Una ipotesi futuribile, pronunciata con molta attenzione e prudenza. Ma anche una conferma che nel partito azzurro è iniziata una fase di grande movimento con legittime ambizioni manifestate da parte di alcuni dei dirigenti della prima linea del partito composta da Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Annamaria Bernini, Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, con l'aggiunta di Giovanni Toti da tempo critico sulla linea di Forza Italia.

La poltrona su cui si ragiona, in vista di un possibile congresso post-Europee, è quello da coordinatore, formalmente vacante, una casella prevista dallo statuto. Un ruolo importante dal punto di vista politico, ma anche da quello organizzativo. L'idea di qualcuno è di creare una sorta di diarchia, fermo restando il ruolo di presidente di Silvio Berlusconi. In sostanza un dirigente eletto dal congresso che lavorerebbe accanto al vicepresidente Tajani. È chiaro, però, che non c'è nulla di deciso e sarà il Cavaliere a decidere se favorire o meno una svolta di questo tipo.

In mattinata Mara Carfagna, parlando con il Messaggero aveva lanciato un segnale in questa direzione. «Serve una struttura dentro la quale ci si confronti, senza polemiche, e che si assuma le responsabilità. Il peso di tutte le scelte non può ricadere sulle spalle di Berlusconi. Serve una discussione sulla linea politica a partire dalle alleanze. C'è bisogno di una linea di comando che affianchi Berlusconi». La vicepresidente della Camera, però in serata, lancia un appello all'unità. «Davanti a un governo litigioso e diviso, davanti a una situazione economica difficile, con la crescita ferma, la disoccupazione che cresce e la pressione fiscale altissima, Forza Italia deve essere la voce della ragione. Deve ridare speranza all'Italia che lavora e che produce, alle famiglie, agli imprenditori e a chi è rimasto indietro. La nostra missione per le Europee, e anche in futuro, deve essere quella di far capire agli italiani che c'è un'alternativa, migliore, al governo dei populismi e delle paura e alla sinistra dell'inconcludenza. Quella alternativa siamo noi: uniti, insieme, possiamo andare nella direzione giusta».

Quello su cui, su input di Berlusconi si lavorerà nelle prossime settimane è una tregua e una strategia che porti i principali dirigenti sul territorio a spendersi senza distinzione di cordata, perché, ragiona il Cavaliere, uniti si è più forti. Al contempo si riflette anche sulle Regionali post-Europee, con la volontà di Forza Italia di accorpare il voto in Umbria con quello in Emilia Romagna e Calabria e sviluppare una trattaiva unica con gli alleati della Lega e di Fratelli d'Italia.

Nel partito di Piazza San Lorenzo in Lucina si riflette anche sulle prospettive della legislatura e del governo gialloverde. Ieri Gianfranco Rotondi scriveva su twitter: «Voci dentro della Lega dicono che il dado è tratto: Salvini staccherà la spina al governo per andare a elezioni a novembre. Ma noi perché dovremmo allearci di nuovo con lui?».

Non tutti la pensano come lui, ma è chiaro che il tema della caduta del governo, dopo lo scontro feroce tra Lega e M5s sul caso Siri, con l'immediato ritiro delle deleghe da parte del ministro Toninelli, viene letto da Fi come «l'episodio più lacerante della legislatura, uno schiaffo, anzi un pugno dei Cinquestelle».

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