La sentenza per Viareggio: Fs assolte, Moretti colpevole

Le condanne sono 23, al manager sette anni. Il verdetto solo ieri, il disastro nel 2009: si va verso la prescrizione

È un applauso a metà, amaro, quello con cui i familiari delle vittime della strage di Viareggio accolgono la sentenza. Sono delusi, speravano in qualcosa di più vicino alle richieste di condanna sollecitate dalla Procura di Lucca, invece si devono accontentare di pene per lo più dimezzate, sulle quali tra l'altro nei prossimi gradi di giudizio incombe il rischio prescrizione. Ma a sette anni e mezzo da uno dei più gravi incidenti ferroviari italiani, costato la vita a 32 persone, per loro è comunque già qualcosa che un giudice abbia riconosciuto «falle nel sistema della sicurezza ferroviaria» condannando 23 dei 33 imputati, tra cui i manager in carica all'epoca. Quella tragedia, insomma, non fu affatto una fatalità.

Lo dice a caldo Marco Piagentini, presidente dell'associazione che raggruppa i familiari delle vittime, lui che nel disastro del 29 giugno del 2009 perse la moglie e due dei tre figli e ha il corpo segnato dalle fiamme che si sprigionarono quella notte, quando un convoglio che trasportava gas deragliò all'altezza della stazione provocando un'esplosione violentissima. Il fuoco sorprese la gente in strada e fin dentro le case, 11 persone morirono sul colpo, le altre 21 per le terribili ustioni settimane, anche mesi, più tardi. Responsabile della catastrofe, per il Tribunale, è anche l'allora amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti, oggi ad di Leonardo-Finmeccanica, condannato a 7 anni nella veste di ad di Rfi, carica che ha ricoperto dal luglio 2001 al settembre 2006. Per il giudice non ha valutato i pericoli nel trasporto di merci pericolose. L'accusa aveva chiesto per lui 16 anni. Condannati a 7 anni e 6 mesi anche Michele Mario Elia, nel 2009 ad di Rete ferroviaria italiana e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e a 6 anni e 6 mesi Giulio Margarita, all'epoca direttore sistemi di sicurezza della circolazione dei treni. Ferrovie dello Stato non commenta la sentenza in attesa delle motivazioni. Lo fa invece l'avvocato del gruppo e di Moretti, Armando D'Apote: «Registro come scandaloso l'esito del processo e rilevo il frutto del populismo che trasuda dalla sentenza».

Dieci imputati sono stati assolti e anche due società, Fs e Fs Logistica, mentre sono state condannate Rfi e Trenitalia. Tutti sono accusati a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Ma le pene più pesanti sono andate ai manager della Gatx, la società tedesca proprietaria del carro deragliato e responsabile della manutenzione dei carri cisterna, i cui legali hanno già annunciato l'intenzione di ricorrere in appello. Il pm Giuseppe Amodeo, che con il collega Salvatore Giannino aveva chiesto al Tribunale pene per un ammontare di oltre 250 anni, è comunque soddisfatto: «Abbiamo la coscienza di aver fatto tutto quello che era possibile, non ci siamo mai risparmiati». «Una sentenza importantissima, un grosso passo avanti anche verso il profilo della sicurezza», per il procuratore capo di Lucca, Pietro Suchan, il quale si augura possa servire ad evitare ulteriori incidenti. Sono servite 140 udienze per arrivare a questa conclusione. Per contenere il gran numero di imputati, parti civili, avvocati, giornalisti, oltre a una rappresentanza dei parenti delle vittime della Moby Prince, l'aula del Tribunale è stata allestita al polo fieristico di Lucca.

All'interno, sulle prime 32 sedie destinate al pubblico, i familiari avevano posto una maglietta bianca con la foto di chi non c'è più: «Delusione? Certo, a caldo, condanne a 7 anni, meno della metà delle richieste della Procura, lasciano spazio a delusione e amarezza. In ogni modo i condannati possono benissimo rinunciare alla prescrizione e dimostrare la loro innocenza nel processo».

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