Gli sfollati si rifugiano negli hotel dell'Adriatico E la movida lascia spazio alle famiglie disperate

A San Benedetto del Tronto pronti duemila posti letto. Molte le disdette dei turisti

Emanuela Fontana

da San Benedetto del Tronto (Ascoli P.)

«Veniamo dal terremoto». Così si sono presentate due famiglie di Accumoli alle porte di un hotel della costa marchigiana, a Porto d'Ascoli, il lido di riferimento dell'area picena del sisma. Non avevano niente, né soldi né bagagli. «Mi hanno chiesto ospitalità», racconta l'albergatore, Marco Bernabei. «E io li ho accolti». Come se fossero profughi venuti dal mare. Se prima esisteva un pudore a presentarsi così, arrivando in tutta la propria umiltà a chiedere una stanza, adesso è diverso. «Forse qualche anno fa non sarebbe successo. Li ho fatti stare, certo. Poi mi metterò d'accordo con la Protezione Civile per i pagamenti. Erano frastornati».

La costa è già tutta in allerta. La ricognizione dei posti letto è in corso e i lidi dell'Adriatico si attrezzano per un autunno di lavoro. Era successo anche per il terremoto dell'Aquila quindici chilometri più giù, da Tortoreto, a Roseto. Una parte degli sfollati aveva avuto accoglienza nelle strutture alberghiere, ed era avvenuta una migrazione verso la costa che non si è fermata negli anni a venire. Gli aquilani hanno portato sulle spiagge abruzzesi locali più alla moda, gli aperitivi, una trasformazione. Nel terremoto dell'Aquila i numeri erano però diversi: un capoluogo di provincia da 70mila abitanti, oltre 40mila a cui dare un tetto, e la costa fu solo un supporto.

Mille posti sicuri, probabilmente duemila. Secondo le previsioni più ottimistiche, tutta la costa vicina ai luoghi del sisma, quella di San Benedetto, con l'aiuto di alcune località confinanti, potrebbe ospitare chi non ha più niente per i mesi della transizione, quando le tende saranno troppo fredde e le sistemazioni provvisorie non pronte. L'associazione degli albergatori di San Benedetto ha già avviato il monitoraggio e sta portando i numeri alla Protezione civile. «C'è molta disponibilità conferma il presidente degli albergatori sanbenedettesi, Gaetano De Panicis . Possiamo arrivare anche a duemila posti». L'amministrazione è in contatto con Amatrice e Accumoli. «Siamo il posto più vicino con più offerta conferma l'assessore al Turismo, Pierluigi Tassotti . Dobbiamo pensare ovviamente a mantenere le comunità unite con una logica negli alloggi, ed eventualmente all'integrazione nelle scuole».

Soprattutto gli anziani dell'area marchigiana del terremoto non vogliono lasciare i loro borghi. Una migrazione esagerata sarebbe una rovina. Ma la fortuna di una costa vicina e ricca di alberghi, dove le disdette nel mese di settembre sono state elevatissime per la paura del terremoto si arriva anche a venti per struttura è un respiro per avviare un piano B in caso di ritardi. Per gli sfollati ma anche per chi sta gestendo l'emergenza. La speranza nel primo periodo è il mare. Anche perché il capoluogo più vicino alle aree terremotate, Ascoli, convive con problemi quotidiani. Sono in corso verifiche su due scuole che potrebbero non aprire per danni, ed è in corso l'evacuazione urgente di un palazzo di quindici piani, il grattacielo di Monticelli, molto vicino all'ospedale. Cinquantasei famiglie, circa 150 persone, devono essere trasferite in nuovi alloggi popolari.

L'ordinanza di sgombero era stata firmata già in aprile, e l'edificio, costruito nel '72, considerato inagibile a causa di disfunzioni strutturali, ma il terremoto ha accelerato le operazioni, soprattutto dopo le proteste di molte famiglie che stanno dormendo in macchina per la paura di crolli.

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