I mpostata la manovra, al momento all'esame del Senato, è tempo per gli italiani di farsi i conti in tasca. E iniziano dolori. E il «diavolo» si nasconde nei dettagli e nei cavilli degli emendamenti o nelle possibili rimodulazioni (al ribasso ovviamente) di sconti storici, più che nelle draconiane strette annunciate. Come l'emendamento della Lega che propone il pagamento della tassa sui rifiuti, la Tari, nella bolletta della luce, come il canone Rai (confermato a 90 euro all'anno), per tutti i cittadini dei comuni che si trovano in situazioni di dissesto e che hanno deliberato un piano di riequilibrio finanziario. Un prelievo diretto bimestrale che, secondo i calcoli di Federconsumatori, comporterebbe un aggravio di oltre 53 euro rispetto a una spesa media di 321 euro.
Ma è sulle detrazioni fiscali che si gioca la partita più difficile posto che ci sono all'incirca 720 normative speciali tra sconti, bonus o regolamentazioni eccezionali e che, stando alle indiscrezioni circolate in queste ultime settimane il governo avrebbe tutta l'intenzione di impugnare la forbice su almeno 466 di queste. Secondo uno studio del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili effettuato sulla base della dichiarazione dei redditi 2017 numerose famiglie pagano un'Irpef pari o inferiore al 15% (rispetto a una media del 18,5%), mentre la detrazione lorda ammonta a 67,5 miliardi, una soglia che si alzerebbe inevitabilmente qualora i tagli venissero confermati.
L'attenzione è alle stelle soprattutto sul cosiddetto bonus Renzi e per gli Ecobonus sulle ristrutturazioni immobiliari in scadenza a fine anno. Nel primo caso, gli 80 euro al mese in busta paga previsti per i lavoratori dipendenti (ma anche soggetti che percepiscono cassa integrazione o disoccupazione) con un reddito annuo fino a 26.600 euro, diverranno una detrazione fiscale. Sono stati confermati al 2019, almeno per ora, gli sconti sulle ristrutturazioni immobiliari e recupero patrimonio edilizio (al 50%), acquisto e messa in posa di finestre, infissi e impianti di climatizzazione (al 50%), riqualificazione energetica, schermatura solare e micro generatori (al 65%) e acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (al 50%). Prorogato anche il bonus green al 36% per la spesa fino a 5mila euro sostenuta per la ristrutturazione del verde. Così come pare essere rientrato l'«allarme» sul bonus da 500 euro destinato ai neo diciottenni. Ma meglio restare all'erta: una sforbiciata al ribasso è sempre in agguato. Attenzione infine alla all'emendamento che «incrementa i margini di flessibilità concessi alle regioni per prevedere misure diverse dalla quota fissa di compartecipazione per le prestazioni di assistenza sanitaria specialistica ambulatoriale», ovvero sui ticket, da cui potrebbero derivare sorprese tutt'altro che piacevoli per il consumatore finale.
Nel prossimo futuro infine concorreranno a aumentare le spese delle famiglie italiane anche i tre giri di vite annunciati: l'ecotassa che entrerà in vigore dal prossimo 1 marzo assoggettando gli acquirenti di auto inquinanti di lusso a un'imposta compresa tra i 1.100 e i 2.
500 euro a seconda della soglia di emissioni in cui rientra il veicolo (a partire da 161 Co2 g/km); la scure (tagli compresi tra il 10 e il 40%) sulle cosiddette pensioni d'oro (superiori ai 100mila euro all'anno) e una stretta sulle ripetizioni: i docenti potranno scegliere se pagare una aliquota fissa al 15% o optare per l'imposta ordinaria e dovranno comunicare all'amministrazione di appartenenza l'esercizio dell'attività.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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