È morto dopo diciassette giorni di agonia Francesco Chiarello, il docente di 33 anni che il 31 gennaio scorso a Rende, in provincia di Cosenza, si era dato fuoco davanti la caserma dei carabinieri.
Chiarello era stato soccorso da due gommisti e un miliare, accorsi con un estintore, ed era stato ricoverato nel Centro grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli, con bruciature sul 70 per cento del corpo. Il docente era stato sottoposto ad alcuni interventi chirurgici, ma le sue condizioni erano rimaste sempre gravi e dopo il ricovero nell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza era stato trasferito a Napoli. I motivi del suo gesto non sono mai stati chiariti.
In particolare è stato escluso, in relazione al luogo scelto dall'insegnante per darsi fuoco, che intendesse lanciare un messaggio ai carabinieri: non avevano mai svolto indagini sul suo conto e non aveva mai presentato denunce di alcun genere lì. Chiarello era rientrato a Rende, dove risiedeva, dopo avere chiesto un periodo di ferie al dirigente della scuola in Lombardia in cui insegnava sulla base, secondo quanto si è appreso, di un incarico che gli veniva rinnovato annualmente.
I suoi familiari, il giorno dopo il tentativo di suicidio, avevano escluso in una nota, riferendosi ad alcuni articoli usciti sui giornali, che il docente fosse un no vax e che il suo gesto fosse riconducibile a una protesta contro l'obbligo di vaccinazione e il Green pass.«Al nostro parente, infatti avevano aggiunto i familiari erano già state inoculate le prime due dosi di vaccino e era in attesa della terza».
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