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Si muove la Carfagna Il Cavaliere la stoppa: "No a iniziative esterne"

L'ex coordinatrice crea la sua associazione ma non esce. Gelmini: «Dentro o fuori»

Si muove la Carfagna Il Cavaliere la stoppa: "No a iniziative esterne"

I dirigenti di Forza Italia e lo stesso Silvio Berlusconi sono ormai abituati a convivere con le fibrillazioni, i dubbi, le tentazioni e le incertezze dei propri eletti. Di fronte a percentuali e sondaggi certo non all'altezza della storia azzurra, non mancano i parlamentari, consiglieri regionali o comunali che cercano soluzioni politiche alternative. C'è chi guarda alla Lega, chi a Fdi, chi si annusa con i renziani. L'alternativa alla confluenza in un partito esistente è giocarsi il tutto per tutto con la creazione di una propria formazione che assicuri ai promotori maggiori possibilità di tornare in Parlamento.

Nei giorni scorsi sembrava stesse per partire un gruppo parlamentare al Senato per iniziativa di Paolo Romani - in rotta con Silvio Berlusconi dall'elezione di Maria Elisabetta Alberti Casellati - pensato per mettere insieme «ex forzisti che non vogliono più stare in un partito che si sta consegnando mani e piedi alla Lega», per dirla con l'ex presidente dei senatori azzurri. Una piccola formazione che pur restando nel centrodestra potesse votare con la maggioranza su alcune misure, facendo così crescere il proprio potere contrattuale. Ieri Massimo Mallegni, uno dei senatori indicati tra gli aderenti al progetto, ha smentito. «Leggo che non sarei stato presente nell'aula del Senato al momento del voto di fiducia perché intenzionato a dare un segnale di amicizia nei confronti del governo. La notizia è totalmente falsa». Inoltre Mara Carfagna, la figura da molti indicata come possibile guida di questo progetto fa sapere di non essere intenzionata a uscire da Forza Italia. Vuole piuttosto creare una sua «associazione» («Voce libera», il nome» che vada al di là dei parlamentari e dei dirigenti, un think tank che possa «colmare un vuoto di idee» all'interno del partito di fatto trasformandosi in una corrente, a cui si starebbero già avvicinando Alberto Mingardi e Carlo Cottarelli. Insomma per ciò che riguarda la Carfagna nessun addio ma un percorso interno a Fi. Che però a Berlusconi non piace: «Mai dato il mio assenso ad alcuna iniziativa volta alla fondazione di nuovi movimenti o di nuove associazioni promosse da dirigenti ed eletti di Forza Italia: bisogna concentrarsi sulle nostre proposte».

Di certo la vicepresidente della Camera dovrà sciogliere il nodo del rapporto con la Campania e decidere se appoggerà la corsa di Stefano Caldoro. Così come è possibile che con l'ufficializzazione della candidatura di Jole Santelli in Calabria, i fratelli Occhiuto possano unirsi al suo progetto. Quel che è certo è che Davide Bordoni, coordinatore romano di Fi, mercoledì annuncerà il passaggio alla Lega con altri esponenti della Capitale. La compagna del Cavaliere Francesca Pascale, che nei giorni scorsi aveva manifestato simpatia per le Sardine, non è poi andata alla loro manifestazione.

Dal fronte dei berlusconiani di stretta ordinanza si guarda con fastidio e delusione a iniziative lette come divisive. E si fa capire che in questa fase si spacciano numeri gonfiati allo scopo di risultare attrattivi, ma senza Berlusconi le varie sortite sono come sempre destinate a risultare velleitarie. «Se qualcuno pensa che ci sia una strada diversa da percorrere, se qualcuno vuole inseguire le sirene renziane, non abbiamo più tempo per tergiversare. O dentro o fuori», chiede con toni ultimativi Mariastella Gelmini. Rincara la dose Fulvio Martusciello: «Siamo davvero stanchi di questo gruppetto di senza voti che ogni giorno si distingue da Berlusconi». E Marco Marin definisce il perimetro di Forza Italia: «La nostra collocazione è limpidamente nel centrodestra.

Quindi leale competizione con Lega e Fdi, nella consapevolezza che i nostri avversari sono Pd, M5s, Iv e Leu».

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