Il sindaco Nogarin non si dimette

Fi e Fdi: "Non è questione di avviso di garanzia, ma di inadeguatezza"

Il sindaco Nogarin non si dimette

Roma - È bufera sul sindaco pentastellato di Livorno, Filippo Nogarin, in seguito alla notizia del suo avviso di garanzia per omicidio colposo in relazione all'alluvione dello scorso 10 settembre, data da lui stesso dopo essere stato interrogato dai pm. Ieri in consiglio comunale ha cercato di smorzare le polemiche: «Non passa giorno - ha detto - senza che mi metta a pensare a cosa sarebbe successo se avessi preso decisioni diverse nelle ore in cui veniva allestita la macchina per affrontare la fase dell'allerta». Nonostante le accuse pesanti, però, ha lasciato intendere che non si dimetterà.

«Semplicemente vergognoso - spiega il responsabile comunale di Livorno di Fratelli d'Italia, Andrea Romiti -. Siamo al terzo fascicolo a carico del sindaco: il primo riguardava bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e abuso d'ufficio per il caso Aamps, il secondo turbativa d'asta per il bando di gara della Spil, adesso omicidio colposo plurimo per la terribile alluvione con 8 morti e milioni di danni. Fratelli d'Italia ritene che questa persona sia pericolosa per la città, per questo chiede le dimissioni immediate di Nogarin». Dello stesso avviso Paolo Barabino, responsabile Enti locali di Forza Italia Toscana: «Non è un problema di indagini penali - chiarisce - noi siamo garantisti, ma il punto è l'ennesima conferma dell'inadeguatezza di Nogarin a ricoprire il ruolo di sindaco. Non si può cambiare senza un motivo plausibile il vertice comunale della protezione civile, non si può sottovalutare un'allerta meteo regionale, non si può dimenticare di caricare l'app fornita dalla Regione Toscana, non ci si può svegliare la mattina con il peggio già passato».

Insieme a Nogarin è stato indagato anche il capo della Protezione civile e comandante della municipale, Riccardo Pucciarelli, che fu una delle prime persone sentite dalla magistratura. Al momento non si hanno, invece, notizie in merito al fatto che sulla vicenda possa essere ascoltato anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. «Rispondo - ha chiarito Nogarin - e risponderò del funzionamento della macchina dei soccorsi nelle ore del disastro e in quelle immediatamente precedenti. Ed è giusto che, davanti alla morte di otto persone, gli inquirenti indaghino a 360 gradi e cerchino di accertare le eventuali responsabilità di ciascuno». Secondo fonti vicine alla Procura, al sindaco sarebbe stato chiesto il perché solo alle 6.46 di mattina, ovvero oltre due ore dopo che il Rio Maggiore aveva straripato, aveva appreso dell'accaduto. Ma anche perché il suo cellulare fosse irraggiungibile.

Possibile che la macchina dei soccorsi partì così tardi da causare la morte di otto persone? Responsabilità si ravviserebbero anche per le precedenti amministrazioni, che avrebbero la colpa di non aver portato a termine alcuni lavori di messa in sicurezza dei corsi d'acqua. Per questo non è escluso che possano arrivare altri avvisi di garanzia. Certo è che, alle porte delle elezioni del 4 marzo, questa terza indagine a carico di Nogarin non costituisce una buona pubblicità per i 5 stelle.

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