Politica

La Siria ci fa la guerra per un'intervista Rai

Il colloquio della Maggioni con Assad mai trasmesso fa infuriare la presidenza siriana

La Siria ci fa la guerra per un'intervista Rai

«Salini non riesce a fare le nomine ma in compenso è riuscito a farci dichiarare guerra dalla Siria». La battuta che gira in queste ore a Viale Mazzini è un'esagerazione ma neppure tanto. La presidenza siriana è veramente infuriata con la Rai, la polemica dilaga da Al Jazeera ai siti egiziani, dal canale allnews iraniano Al Alam alla tv irachena Al Sumaria fino ai media cinesi. Ma cos'è successo? È successo che il 26 novembre scorso Monica Maggioni, forse pensando di essere ancora la direttrice di RaiNews e non l'amministratore delegato di RaiCom (la società controllata che commercializza i diritti tv) è andata a Damasco a realizzare un'intervista con il presidente siriano Bashar al-Assad. Intervista che però non è mai andata in onda sulla Rai, scatenando le proteste ufficiali di Damasco e di fatto un incidente diplomatico. Gli ultimi sei tweet dell'account ufficiale della Syrian Presidency sono tutti dedicati all'intervista mai trasmessa dalla Rai malgrado l'accordo di mandarla in onda contemporaneamente sulla tv pubblica italiana e sui social siriani il 2 dicembre scorso. Damasco accusa apertamente la Rai di censura politica: «È un ulteriore esempio dei tentativi occidentali di nascondere la verità sulla situazione in Siria e sulle sue conseguenze sull'Europa e nell'arena internazionale» scrivono i vertici siriani, che hanno poi annunciato la trasmissione dell'intervista questa sera sui canali social di Assad.

Per la Rai si tratta di una clamorosa figuraccia e una grana che imbarazza soprattutto Cinque Stelle e Di Maio, ministro degli Esteri, che proprio pochi giorni fa aveva annunciato che per l'Italia «è tempo di dialogare con Damasco». Di chi è la colpa del pasticcio Rai? I due imputati sono la Maggioni e Salini. La prima, per aver scavalcato le testate giornalistiche della Rai autoassegnandosi un ruolo - l'inviata - che non le compete. E che per il momento si rintana in un «nessuno mi ha chiesto di visionare l'intervista prima del pomeriggio del 2 dicembre». Salini, invece, per aver autorizzato - secondo fonti parlamentari della commissione Esteri del Senato - il viaggio siriano della Maggioni senza prevedere che la messa in onda avrebbe poi trovato l'opposizione dei direttori dei tg. Cosa che infatti è successa. Maggioni a quanto filtra dall'azienda, avrebbe provato a piazzare la sua intervista su RaiNews con un'anteprima sul Tg1. Ma si sarebbe scontrata con il no delle redazioni e dei direttori Di Bella e Carboni. A che titolo un'intervista con Assad dovrebbe farla l'ad di RaiCom e non uno dei loro giornalisti? A quel punto i ripetuti rinvii, fino alla reazione di Damasco ieri. Il presidente Foa si chiama fuori dalla grana siriana e fa sapere di essere «irritato» per non essere stato informato. Fonti Rai però sostengono che Salini fosse stato informato solo del viaggio in Siria (e in Libano) per motivi legati al suo ruolo di ad di RaiCom, non per realizzare un'intervista con Assad. Chi ha preso accordi con Damasco? Che tipo di accordi? Tanti gli interrogativi. In serata il Cdr di RaiNews24, in una nota, ha scritto: «Nessuna censura. Dopo la visione dei contenuti e in assenza del via libera dell'ad la testata ha optato in piena autonomia di non trasmetterla».

Dall'opposizione ma anche dal governo arrivano pressioni per fare chiarezza, mentre per l'Usigrai «è in gioco l'autorevolezza della Rai».

Essere accusati di disinformazione dal regime di Assad è troppo anche per la tv pubblica italiana.

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