Ha fatto una pessima impressione l'intervista a finestrino semiaperto di Beppe Grillo due giorni fa, in cui il comico castigamatti ha lanciato una terroristica minaccia agli abitanti della Capitale che, nel suo personale immaginario, formerebbero una razza e anche maledetta. Il movimento di Grillo imporrà ai romani una delle sue cinque stelle da cucire sulla giacca?
Grillo ha spiegato che se il suo partito vincerà le elezioni a Roma, i cittadini (non i corrotti, non i malavitosi, ma proprio gli abitanti) si devono attendere lacrime e sangue: «Ci saranno momenti durissimi e mi aspetto manifestazioni di piazza, scioperi, contestazioni anche violente». Non si sa bene che cosa intenda fare Grillo per spingere i cittadini a riversarsi nelle piazze. Forse ce lo spiegherà più tardi. Ma è evidente che Grillo coltiva risentimenti che è difficile non considerare razzisti.
È vero anche che Roma, per la sua dannazione di doppia Capitale (italiana e del Papa che convoca Sinodi come a Milano si può fare l'Expo) stia sulle scatole a moltissimi italiani.
Non che sia normale: rientra nella tradizione della Colonna Infame, Masaniello, Savonarola e Cola di Rienzo. Là dove il potere politico si è traslocato, si polarizza il rancore. Però che un leader usi il rancore come benzina per i suoi roghi non può essere accettato e neanche passato sotto silenzio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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