La sorella di Bossetti perseguitata: 5 aggressioni

La sorella di Bossetti perseguitata: 5 aggressioni

Da quando il fratello è in carcere, la vita di Laura Letizia Bossetti è diventata un incubo. Ieri la donna, gemella di Massimo, il muratore arrestato il 16 giugno scorso per l'omicidio di Yara Gambirasio, è stata aggredita per la quinta volta in pochi mesi.

Due uomini incappucciati l'hanno sorpresa mentre ritirava la posta nell'edificio dove vivono i suoi genitori, a Terno D'Isola. Le hanno puntato un coltello alla gola e l'hanno costretta a scendere con l'ascensore nel seminterrato dove si trovano i garage. Qui l'hanno picchiata silenziosamente e in modo sistematico ed è stata la madre, Ester Arzuffi, scesa con un vicino in quanto preoccupata perché la figlia non tornava a trovarla sotto choc.

Portata in ospedale i medici le hanno diagnosticato tre costole rotte e tre incrinate, trauma cranico e lividi su viso e corpo e, dopo le cure, l'hanno dimessa con una prognosi di trenta giorni.

Non è la prima volta, però, che Laura Letizia Bossetti viene presa di mira da sconosciuti. Già nel settembre scorso era stata picchiata e in altri casi minacciata di morte. L'ultimo episodio risale al 10 febbraio quando la donna ha denunciato di aver trovato la sua casa a soqquadro. Ma era stata pestata anche il 17 settembre da chi, probabilmente, le imputa di essere la sorella del killer in carcere a Bergamo per la morte della tredicenne Yara Gambirasio, ritrovata cadavere in un campo di Chignolo D'Isola il 26 febbraio 2011.

«Tre sconosciuti mi hanno presa a calci e insultata, ho contusioni al volto e il coccige fratturato - aveva raccontato allora -. Sto pagando un caro prezzo perché difendo apertamente mio fratello e sono convinta tuttora che sia assolutamente innocente.

È la terza volta che accade e probabilmente si tratta delle stesse persone. Soffro fisicamente e psicologicamente. Mi sono sentita colpire violentemente da dietro alla parte destra del capo, vicino all'occhio. Il colpo mi ha fatto cadere gli occhiali. È stato talmente forte che ho perso i sensi e sono caduta».

Qualche giorno prima era stata minacciata a parole da tre che le avevano urlato contro: «Eccola, la sorella dell'assassino».

Poche ore dopo sono passati ai fatti e l'hanno colpita vigliaccamente con la portiera di un'auto, che poi è ripartita a grande velocità. Ieri, ancora una volta, hanno agito non solo per spaventarla ma per farle del male.

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