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Sos contagi e ricoveri: "Brescia zona rossa". Ora anche Sanremo chiude fino al Festival

Boom di casi in Lombardia, il Cts valuta la stretta. Toti: da domani stop pure a Ventimiglia

Sos contagi e ricoveri: "Brescia zona rossa". Ora anche Sanremo chiude fino al Festival

Liguria blindata durante i giorni del festival di Sanremo. E anche prima. Per evitare assembramenti e rischio di focolai, già da domani, fino al 5 marzo, scatterà la zona rossa: scuole chiuse, divieto di asporto per bar e ristoranti dopo una certa ora, divieto di vendita di alcolici nelle ore serali, divieto assoluto di spostamento tra comuni e divieto di raggrupparsi. In particolare tra Ventimiglia e la città dei fiori, dove l'incidenza dei casi è doppia rispetto al resto della regione. Si vuole stoppare sul nascere la folla del festival (dal 2 al 6 marzo) per non dover prendere misure troppo tardi.

«Abbiamo deciso - spiega il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti - di prendere alcune misure per tenere sotto controllo l'incidenza del contagio e raffreddare il picco pandemico».

I focolai sono in aumento così come le zone a rischio zona rossa. A cominciare da Brescia, che solo oggi ha contato 427 casi in città. A destare preoccupazione è l'intera provincia, che viaggia su una media di 700 contagi al giorno. Nonostante l'esplosione di casi durante la prima ondata della pandemia, l'area non ha raggiunto numeri da immunità di gregge e sta subendo parecchio anche l'effetto della variante inglese, con i ricoveri in crescita. Ieri la Regione Lombardia ha inviato la documentazione sui contagi al Cts e i tecnici decideranno a breve cosa fare: se dichiarare zona rossa in tutta la provincia o se suddividere il territorio in zone più o meno critiche.

Il timore è che il caso Brescia anticipi solo di qualche tempo quello che potrebbe nuovamente vivere gran parte del Paese. «Appena ci sono degli indicatori che si muovono e registrano un'impennata di casi legati alla diffusione di varianti più contagiose, si deve optare per le zone rosse, che non devono essere un tabù. Magari fatte a livello locale, un comune o una provincia» sprona Claudio Mastroianni, direttore del dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma.

In base alle previsioni della fondazione Gimbe, non abbiamo ancora vissuto i veri effetti delle varianti del virus e ci accorgeremo del loro impatto nell'arco del prossimo mese.

«O si introducono elementi di aggiustamento del sistema a fasce - non fa sconti il presidente Gimbe, Nino Cartabellotta - oppure rischiamo di trovarci in ritardo con l'accelerazione del virus, con la variante inglese nelle prossime settimane ci aspettiamo un incremento importante dei casi. Quello che abbiamo vissuto nei mesi passati è stato sempre frutto di una mancata programmazione nel medio periodo. Quello che funziona realmente è la tempestività piuttosto che la rigorosità delle misure».

Analizzando i grafici, il presidente Gimbe sostiene che quella di questi giorni sia «soltanto una calma piatta apparente. Da quattro settimane abbiamo più o meno 85mila nuovi casi settimanali. Quando ci addentriamo all'interno delle singole regioni e province vediamo però che ci sono differenze importanti. Nonostante il sistema delle regioni a colori abbia funzionato nel medio periodo, abbiamo ancora 380mila pazienti positivi, oltre 17mila e 900 pazienti in ospedale, con tutti i dati che sono in incremento. Se la campagna vaccinale non è riuscita a decollare e abbiamo la problematica delle varianti, qualche restrizione maggiore sarebbe auspicabile perchè altrimenti difficilmente riusciremo ad arrivare all'estate con il numero di casi basso come lo scorso anno». Nel momento in cui i numeri della pandemia diventano più controllabili, «non ci sarà carico sulle terapie intensive e la mortalità potrebbe scendere in maniera più evidente - spiega Mastroianni -. Oggi abbiamo una situazione diversa rispetto allo scorso anno: ci sono già 1,3 milioni di italiani immunizzati con il vaccino, ci sono - ricorda Mastroianni - oltre 2 milioni di italiani che hanno avuto il Covid, quindi abbiamo già una grossa quota di immunità in giro per il Paese.

Sarà importante arrivare a maggio con un'alta percentuale di persone immunizzate durante la campagna vaccinale».

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