Migranti, veneti stufi di pagare: "Renzi o la Ue paghino il conto"

In un anno la sanità regionale ha erogato agli immigrati 40mila prestazioni. Zaia: "Roma o Bruxelles paghino per questo grande lavoro"

Migranti, veneti stufi di pagare: "Renzi o la Ue paghino il conto"

Il Veneto "batte cassa" con governo e Unione europea per le cure prestate ai migranti. "In un anno, da settembre 2015 ad agosto 2016, la sanità regionale ha erogato 40mila prestazioni agli immigrati inviati dal governo sui territori". In base a un'analisi condotta nell'ambito della sorveglianza Emergenza immigrati da parte dell'Unità operativa Prevenzione e Sanità pubblica che in collaborazione con le aziende sanitarie sul territorio sta gestendo il fenomeno migratorio, la Regione Veneto ha sborsato, tra gennaio 2015 e agosto 2016, 2 milioni e 390mila euro. Una cifra monstre che adesso il governatore Luca Zaia vuole indietro.

Zaia è netto. "Roma o Bruxelles paghino per questo grande lavoro". Gli fa eco l'assessore alla Sanità Luca Coletto:"Lo Stato ci rimborsi nel riparto del Fondo sanitario nazionale". Perché a farne le spese non possono essere i cittadini italiani. Al 31 agosto 2016 il numero di presenti e assistiti nelle diverse Ullss era di 11mila persone. Cinque aziende hanno in carico più di mille migranti. Solo nell'ultimo anno sono state effettuate oltre 10mila visite dai Servizi di Igiene e Sanità pubblica-Sisp, oltre 4 mila visite specialistiche, quasi 15mila vaccinazioni, 6.500 test di Mantoux per la Tbc, 1.600 Rx torace e oltre 2mila altre prestazioni tra cui ecografie polmonari e ginecologiche, elettrocardiogrammi, esami ematochimici e test per l'Hiv. Per Zaia "si tratta di un lavoro enorme di fronte a un fenomeno che lo Stato ci ha lasciato soli a gestire, per il quale ringrazio i nostri tecnici e sanitari".

L'aspetto sanitario è stato pesantemente trascurato a livello nazionale e la Regione Veneto ha deciso di farsene carico per salvaguardare la popolazione dal rischio di possibili contagi e per dare un minimo di assistenza a persone che Unione europea e governo trattano come pacchi postali.

"Ma Roma e Bruxelles - avverte il presidente del Veneto - non credano che il salato conto, destinato peraltro ad aumentare con i nuovi arrivi pressoché quotidianamente annunciati dai prefetti, venga pagato dai cittadini veneti, già alle prese con i tagli nazionali alla sanità che si susseguono". Da qui la richiesta di mettere mano al portafoglio e paghino. "Se non hanno soluzioni intelligenti per gestire il fenomeno - incalza Zaia - risarciscano almeno i danni economici".

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