Dopo lo stupro, la telefonata: "Tua figlia ora esce con me"

Per costringerle a non parlare i due zingari avevano minacciato ritorsioni sulle famiglie delle vittime

Dopo lo stupro, la telefonata: "Tua figlia ora esce con me"

Roma - Si era presentato a casa di una delle due ragazzine e aveva anche chiamato la mamma della quattordicenne, con fare cordiale, per convincerla a far uscire la figlia con lui. Mario Seferovic, il 21enne che su Facebook si spacciava per Alessio il Sinto, aveva premeditato la violenza sessuale sulle due amiche. Lo ha confermato anche il gip Costantino De Robbio nelle cinque pagine dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei due rumeni accusati di aver abusato delle due. «Le modalità con cui le violenze sono state ideate e portate a termine - scrive il giudice - sono sintomatiche di estrema freddezza e determinazione, unite a un'assoluta mancanza di scrupoli e a non comune ferocia verso le vittime degli abusi. Ciò che induce a ritenere che possa trattarsi di casi non isolati, ma destinati a ripetersi in coerenza con una personalità incline alla sopraffazione e al brutale soddisfacimento di istinti di violenza». Su Facebook «Alessio» ha anche pubblicato una foto di una ragazza ammanettata, come le vittime dello stupro.

D'altronde sono state le stesse ragazzine a confessare: «Minacciava di far male alle nostre famiglie, per questo non abbia o detto nulla». Una delle vittime ha chiarito: «Mario ha chiamato anche a casa e ha parlato con mia madre fingendosi un ragazzo qualunque per convincerla a farmi uscire con lui».

Nella denuncia presentata dai genitori di una delle 14enni, che solo a distanza di mesi si sono accorti di quanto successo a maggio scorso, è scritto che la figlia «qualche tempo prima aveva conosciuto tramite Facebook un ragazzo che aveva adottato il nickname Alessio il sinto» e che «questi dopo aver avuto una corrispondenza telematica con la ragazza le aveva dato appuntamento per un incontro de visu». Durante questo incontro, «dove la minore si era recata con un'amica, il ragazzo le aveva costrette ad andare in un terreno nascosto alla vista dei passanti, dove aveva abusato sessualmente di loro, mentre un amico faceva da palo, dopo averle legate a un recinto con delle manette per impedire loro di allontanarsi». La versione è poi stata confermata anche dall'altra minore.

Seferovic è stato identificato anche dalla mamma di una delle ragazzine, grazie alle foto presenti sul social. Il giovane era già noto ai militari in quanto pregiudicato per delitti contro il patrimonio.

I carabinieri della stazione di Roma Tor Sapienza, che procedono, lo hanno arrestato, insieme all'amico e ora i due si trovano rinchiusi nel carcere di Regina Coeli, visto che c'è pericolo di reiterazione del reato. L'accusa è di violenza sessuale di gruppo continuata e sequestro di persona continuato in concorso.

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