G ira con insistenza la voce che Berlusconi e Salvini si incontreranno domani o dopo ad Arcore. Al di là del giorno preciso il faccia a faccia è imminente e il tenore del summit sarà quello di una sorta di redde rationem. Questo, almeno, nelle intenzioni di Salvini. Fonti leghiste, confermate da qualche azzurro, giurano che il capo del Carroccio sia un po' preoccupato e irritato su quanto sta accadendo in casa azzurra. Così, raccontano di un Salvini battagliero e pronto alla domanda clou da porre a Silvio: «Allora, la vogliamo dare o no questa spallata a Renzi?». E ancora: «Presidente, deve decidere cosa fare: opposizione dura e pura oppure manfrina?». Ma soprattutto: «Li controlla ancora i suoi gruppi oppure no?». L'ultima domanda nasce dal mercato delle vacche in atto a Palazzo Madama con il forcing di Verdini che, pare, stia facendo breccia tra le fila forziste. Il problema è che - agli occhi del capo della Lega - Berlusconi sia troppo morbido con i possibili ribelli e che addirittura ne consenta l'operazione. Sull'operazione Senato anche Sel sta mandando pressanti richieste agli azzurri: «Ma è vero che una dozzina di berlusconiani è pronta ad assenze strategiche per dare una mano a Renzi?».
Dal canto suo Berlusconi, che oggi interverrà telefonicamente alla festa a Bologna organizzata da Anna Maria Bernini, non fa altro che ripetere che la linea è quella decisa e approvata dall'assemblea del partito a inizio agosto: mai più Nazareno, mai più aiuti a Renzi. Basterà questa rassicurazione vis à vis ? È ragionevole pensare che no, non basterà; e che Salvini chiederà al Cavaliere di partecipare alla tre giorni di sciopero generale indetto contro il governo per il 6,7 e 8 novembre. Il blocco totale non convince appieno il Cavaliere che, tuttavia, non ha alcuna intenzione di stracciare un'alleanza che storicamente ha funzionato. Ovvio poi che, nel menu, uno dei piatti principali sarà quello delle candidature alle prossime amministrative, con un'attenzione principale a Milano. Ancora presto per trovare la quadra ma Milano è la città più ambita da entrambi. Salvini ha già espresso la sua preferenza per Paolo Del Debbio che però tentenna mentre al Cavaliere non dispiacerebbe l'ex sindaco di Segrate Adriano Alessandrini. In questa fase, tuttavia, sia Lega sia Forza Italia indicheranno i propri desiderata e solo in un secondo momento si cercherà un'intesa. E la Lega vuole dire la sua anche al Centro Sud dove Raffaele Volpi, l'uomo di «Noi con Salvini» che ha in mano il file Lega del Centro e del Mezzogiorno, è pronto a indicare i propri uomini da Napoli a Salerno passando ovviamente per Roma. E qualche fastidio si registra anche per l'appoggio preventivo di qualche azzurro ad Alfio Marchini.
E nei rapporti Fi-Lega avranno un peso anche i sondaggi. Gli ultimi dati Ipsos per il Corriere della Sera parlano di una ripresa di Forza Italia che sale al 12,8%, solo un punto percentuale dietro alla Lega data al 13,7%. Dati che potrebbero mutare qualora Berlusconi tornasse in tv e riacciuffasse una visibilità perduta.
Il Pd resta primo partito con il 33,1% ma se si sommassero i partiti del centrodestra tradizionale (Fi, Lega, Ap, Fdi) la coalizione sarebbe alla pari con il Pd di Renzi. Il quale torna a crescere in quanto a fiducia rispetto a luglio. Ma la sua popolarità è tallonata, oltre che Salvini, anche dalla Meloni- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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