«N on c'è nessuna ipotesi di compromesso né con Renzi né con Conte. C'è un limite invalicabile oltre il quale non siamo intenzionati ad andare. Non saremo mai fuori dal centrodestra». Antonio Tajani lancia un segnale di unità al centrodestra e nel giorno del suo convegno di Viterbo decide di essere presente anche alla kermesse di Atreju e di confrontarsi con il popolo di Fratelli d'Italia. Lo fa rispondendo alle domande del vicedirettore dell'Huffington post Alessandro De Angelis che lo stuzzica sui rapporti con il centrodestra, sull'egemonia salviniana, ma anche sull'indulgenza che la stampa ha mostrato verso l'operazione di mutazione genetica del governo gialloverde in governo giallorosso.
«Non c'è all'orizzonte nessuna emorragia di parlamentari verso Italia Viva e verso Matteo Renzi. Non è possibile fare accordi con chi è stato segretario del Pd e non ha rispettato i patti. Non c'è nessuna ipotesi di compromesso con Renzi e con Conte. Noi siamo di centrodestra, fuori da questo perimetro non andiamo». L'ex presidente del Parlamento europeo parla con rispetto del presidente del Consiglio. «Forza Italia non ha problemi personali con Giuseppe Conte, ma con ciò che rappresenta il suo governo. Conte è una persona gentile ed elegante, ma il problema è cosa rappresenta il suo governo: il Conte bis è nato per impedire agli italiani di andare a votare. Il Movimento Cinquestelle ha dimostrato di seguire una direttrice molto semplice: Franza o Spagna basta che se magna».
Il discorso si sposta poi sul centrodestra. «Il centrodestra per come lo abbiamo conosciuto esiste ancora?» chiede De Angelis. «Non è un monolite, non è un partito unico, non lo siamo mai stati, ma c'è un minimo comune denominatore molto forte». Non crede che Salvini faccia un po' come gli pare, chiede De Angelis. «Noi abbiamo proposto un patto di consultazione. Credo che Salvini a volte sia troppo impulsivo. La stessa questione del referendum sulla legge elettorale è suggestiva, ma se non porta alla vittoria meglio rinunciare». E proprio sulla legge elettorale Tajani mostra di non essere affatto convinto che un passaggio al maggioritario secco possa giovare al Paese, aiutare l'unità del centrodestra e consentire di sfruttare al massimo il potenziale della coalizione. «Io non rinuncerei totalmente a una parte di proporzionale per dare la possibilità, anche nel centrodestra, a tutte le forze di essere equamente rappresentate» dice Tajani. «Non è giusto abolire tutto ciò che è proporzionale perché in una coalizione non tutte le sensibilità sono uguali. E se in un collegio presenti Tajani magari elettori della Lega o di Fdi potrebbe essere tentati di non votarlo. Se gli dai anche il loro simbolo probabilmente lo voteranno».
Infine in merito all'annuncio della nascita di un cantiere pro-Dc fatto da Lorenzo Cesa, segretario nazionale Udc, Tajani replica: «Con Cesa stiamo lavorando allo stesso progetto: un cantiere non volto allo sviluppo di una nuova Dc ma di un'Altra Italia. È un progetto comune e sul quale ci confronteremo».
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