Tempo pieno alle elementari? Non bastano 2mila assunzioni

La proposta M5s agevolerebbe soprattutto le scuole del Sud. Ma il progetto è senza coperture finanziarie

Tempo pieno alle elementari? Non bastano 2mila assunzioni

I grillini vogliono il tempo pieno anche in tutte le scuole del Sud ma con i finanziamenti previsti al massimo copriranno una classe per istituto. Ieri è stato approvato dalla commissione Cultura della Camera un emendamento a prima firma Maria Marzana (M5s), che prevede «la graduale generalizzazione del tempo pieno nella scuola primaria» attraverso un decreto ad hoc del ministero dell'Istruzione da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di Bilancio. L'aumento delle ore, secondo le stime della commissione, richiederà l'assunzione di 2.000 docenti. L'emendamento deve avere il via libera dalla Commissione Bilancio ma i conti non tornano.

Il numero delle maestre indicato non è sufficiente a coprire il fabbisogno e soprattutto la norma non prende in considerazione il fatto che un istituto per offrire il tempo pieno deve avere strutture adeguate, un servizio mensa e personale per l'assistenza. Su questo fronte sono i Comuni a dover intervenire. Quindi imporre alle scuole l'attuazione del tempo pieno per legge quando nei fatti non c'è la concreta possibilità di fornire questo servizio non ha riscontro nella realtà. O forse questo emendamento serve soltanto ad assumere qualche migliaio di docenti in più al Sud, evitando loro il rischio mobilità, perché è proprio nelle regioni meridionali che il tempo pieno arranca.

Ipotesi indirettamente confermata dal ministro dell'Istruzione Marco Bussetti. «L'aumento del tempo pieno, in particolare al Sud, è sempre stato una nostra priorità. Anche per rimediare ai danni prodotti dal famigerato algoritmo della buona scuola», dice Bussetti riferendosi al famoso algoritmo che ha costretto alla mobilità soprattutto i docenti del Sud. «L'approvazione in Commissione Cultura della Camera dell'emendamento sul tempo pieno alla primaria rappresenta perciò il raggiungimento di un obiettivo promosso sostenuto e condiviso dal governo» assicura Bussetti che garantisce il suo impegno «nei prossimi mesi per un maggior allargamento di questo tipo di offerta formativa. Operazione che dovremo realizzare in collaborazione con gli enti locali».

Quella per il tempo pieno è una vecchia battaglia per M5s anche quando era all'opposizione. Proprio la Marzana rilevava in un'interrogazione rivolta al governo che su «917.058 studenti delle scuole primarie statali che usufruiscono in Italia del tempo pieno, ben il 58,5 per cento frequentano scuole del Nord, il 26 scuole del Centro e solo il 15,5 sono iscritti in istituti del Sud e Isole». I Cinquestelle denunciavano pure la situazione delle due isole maggiori Sicilia e Sardegna dove «a frequentare la scuola a tempo pieno sono solo il 4,2 degli alunni». Ma per risolvere questa situazione endemica l'assunzione dei docenti non basta. Uno degli scogli è il servizio mensa. In 9 Regioni oltre il 50 per cento degli alunni non ha la possibilità di accedere al servizio mensa. Il numero più alto di alunni che non usufruiscono della refezione scolastica si registra al Sud e nelle isole.

Perplessi i sindacati. «L'emendamento risponde ad una promessa fatta mesi fa dal ministero di immettere in ruolo tra dieci e dodicimila maestre - osserva Pino Turi segretario generale Uil scuola -.

Numeri diversi da quelli annunciati adesso che rappresentano comunque una buona notizia. Con 2.000 maestre non si può garantire il tempo pieno generalizzato che richiede ben altre misure e numeri per una sua attuazione diffusa».

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