Del vecchio ghetto restano solo le macerie. Stamattina Matteo Salvini è tornato nella zona dove sorgeva la baraccopoli di San Ferdinando, per la quale il ministro dell’Interno – dopo l'ultimo rogo nel quale aveva perso la vita un immigrato – aveva promesso un intervento risolutivo.
“Benvenuti in Calabria e in Italia. Alle mie spalle quel che rimane della baraccopoli che era teatro di scontri, reati, furti, violenze, morti, feriti e incendi. Avevo promesso intervento e così è stato”, ha commentato Salvini nl corso della sua diretta Facebook da San Ferdinando.
Il vicepremier è arrivato in Calabria per la nuova seduta del Consiglio dei ministri, che si svolgerà nel pomeriggio a Reggio Calabria. Il governo, che si riunirà nel palazzo della Prefettura, approverà il decreto Grillo sulla sanità calabrese. Prima, però, Salvini ha voluto fare una ricognizione nell’area della vecchia tendopoli. “Qui – ha detto – c’erano in infiltrazioni malavitose, sfruttamento della prostituzione, risse. Avevamo promesso un intervento e questo è il risultato. Gli immigrati erano 1.600, oggi sono meno della metà, circa 600. L’obiettivo è arrivare a zero”.
“Ho approfittato del Consiglio dei ministri – ha commentato ancora il ministro – per dimostrare che volere è potere. Il problema non è risolto definitivamente. Molti abusivi sono stati allontanati, sono tornati al loro Paese o andati in altri Paesi europei. Ma quelli che hanno diritto e hanno un lavoro possono rimanere qua. Anzi, mi ha fatto piacere che molti ragazzi africani della tendopoli regolare mi abbiano ringraziato per aver riportato ordine, decoro e tranquillità. Non posso offrire case e lavoro a tutti, ma sono felice di aver mantenuto questa promessa”.
Salvini ha anche commentato l’iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario leghista Armando Siri: “Lo conosco come persona pulita, integra, specchiata e onesta. Mi auguro che le indagini siano veloci veloci e rapide rapide, per accertare se altri abbiano sbagliato. Per quel che mi riguarda, può rimanere tranquillamente a fare il suo lavoro. Non si è dimessa la Raggi che è stata indagata per due anni… in Italia si è colpevoli se si viene condannati. Matteo Salvini è già stato indagato ma non mi dimetto, altrimenti farei un altro mestiere e non il ministro”.
E ancora: “So che diamo fastidio a qualcuno come
Lega, ma abbiamo il dovere di tenere duro. Poi, se qualcuno sbaglia, paga. Agli amici dei 5 stelle dico che hanno difeso la Raggi per anni. Due pesi e due misure, quando c’è di mezzo la vita della persone, non mi piace”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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