Thomas Cook a picco: è l'agenzia di viaggi più antica al mondo

Il colosso è sull'orlo del crac: vacanze a rischio per 600mila

Thomas Cook a picco: è l'agenzia di viaggi più antica al mondo

Londra Thomas Cook, uno dei più famosi tour operator del mondo, rischia di finire in amministrazione controllata se entro il fine settimana non troverà 200 milioni di sterline. La società inglese sta lavorando con le maggiori banche per potersi assicurare ulteriori linee di credito ed evitare la fine di quella che è la più antica azienda di viaggi del mondo.

Fondata 178 anni fa da un ex predicatore battista che inventò i viaggi di massa e il turismo moderno, Thomas Cook è oggi nelle mani dei cinesi di Fosun Tourism Group. Un eventuale fallimento porterebbe alla perdita di migliaia di posti di lavoro, 9mila solamente nel Regno Unito, oltre 10mila nel resto del mondo. E lascerebbe bloccati all'estero circa 600mila turisti che avevano affidato le loro vacanze al tour operator inglese. Di questi circa 150mila sono britannici. Portare tutti a casa, secondo quanto riporta il Daily Mail, sarebbe la più imponente operazione di recupero in tempo di pace mai effettuta da Londra, nome in codice Operation Matterhorn. La Bbc, citando fonti dell'aviazione civile, riferisce che il piano di emergenza già predisposto costerebbe circa 600 milioni di sterline. Servirebbero due settimane per riportare a casa i clienti di Thomas Cook, in caso l'azienda fallisse.

Che la situazione sia grave lo pensano anche i mercati che hanno pesantemente punito le azioni del gruppo anglo-cinese, scese oggi di oltre il 20% e arrivate a perdere in mattinata oltre il 50%. Sei mesi fa, Thomas Cook quotava quasi 30 sterline a Londra, ieri ha chiuso a 3.45%.

Ma come si è giunti a questa situazione? Secondo Martha Friel, docente di Management del Turismo e della Cultura all'Università Iulm di Milano, ci sono innanzitutto ragioni strutturali a livello mondiale, in primis il progressivo cambiamento delle abitudini delle persone che stanno in parte abbandonando il canale dei viaggi organizzati. I tour operator, che in questi anni hanno portato avanti una aggressiva politica sui prezzi, si sono combattuti aspramente e molti stanno soffrendo. Il gigante tedesco Tui, concorrente di Thomas Cook che a maggio ha riportato ingenti perdite, dimostra che la situazione è difficile per molti, quantomeno per gli operatori generalisti. E il caos legato ai nuovi Boeing 737 Max, bloccati a terra dopo essersi dimostrati insicuri, non aiuta il settore. Nel caso di Thomas Cook, poi, «l'incertezza legata alla Brexit e il deprezzamento della sterlina hanno sicuramente influito sulle scelte degli inglesi.

Molti hanno preferito tornare sulle spiagge del sud dell'Inghilterra, mete turistiche molto in voga fino agli anni '60 quando hanno ceduto il passo alle spiagge spagnole». È proprio la Spagna, uno dei mercati più importanti per il tour operator inglese, che ha registrato un forte calo del turismo britannico.

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