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Torino, Renzi rilancia la sua candidatura a segretario Pd

L'ex premier lancia la sua candidatura a segretario Pd. Poi critica l'Ue e annuncia una piattaforma sul web dal nome Bob

Torino, Renzi rilancia la sua candidatura a segretario Pd

"Siamo qui per cercare di ridare un senso alla parola "compagno". Per discutere, e dialogare". Matteo Renzi apre la convention al Lingotto di Torino e si prepara a presentare la sua mozione congressuale. Critica la Ue e prova a imitare Beppe Grillo. "Domenica presenteremo la nostra piattaforma sul web. Si chiamerà non 'Rousseau', ma Bob, come Bob Kennedy. Chi vorrà avrà la sua password con il suo pin. È la piattaforma che si collega con le feste dell'Unità. Non lasceremo la straordinaria invenzione del web nelle mani di chi fa business e soldi con gli ideali degli altri".

"Abbiamo fatto un super pieno. Sono felice di essere qui con voi per ripartire insieme per un'avventura straordinaria". Poi prova a smorzare i toni con i suoi avversari diretti: "Da parte nostra non arriverà mai, mai, mai una polemica interna. Perciò il primo messaggio è per Michele Emiliano e Andrea Orlando: in bocca al lupo".

L'ex premier poi ha spiegato: "Nel tempo che stiamo vivendo mi piace pensare che la caratteristica del nostro partito debba essere la capacità di rivendicare il futuro da questa parte del campo: il futuro fa paura, incute terrore in alcuni momenti, ogni retorica sul domani suona contro corrente davanti a chi perde il lavoro. Ma anche se il futuro non va più di moda penso che questa sia la sfida del Lingotto. Non possiamo accettare che la paura sia l'arma nelle mani degli altri. Se la paura diventa il collante dell'altra parte dello schieramento, noi non abbiamo chance".

L'ex segretario dem poi ha aggiunto: "Vogliamo ripartire anche dal post referendum, perché da tre mesi la politica italiana sembra bloccata. Dobbiamo essere capaci di fare tesoro degli errori ma anche di rilanciare la speranza".

"Noi non pensiamo che possa essere un collante la nostalgia. Noi siamo qui per rivendicare il domani, lottando e non rimpiangendo. C'è una diversità tra essere eredi, come vogliamo essere noi, eredi della tradizione migliore, ed essere reduci".

In merito al governo Renzi ha spiegato: "Siamo convintamente al fianco del governo guidato da Paolo Gentiloni". E sull'Europa ha aggiunto: "Ci sono stati premier che andavano in Europa come noi andavamo a scuola, con la giustificazione in mano. Premier tecnici che andavano in Europa con un fare anti italiano, e poi tornavano dicendo "ce lo chiede l'Europa". A partire dall'appuntamento del 25 marzo deve finire la stagione del "ce lo chiede l'Europa". L'Europa ha civilizzato la globalizzazione, c'è bisogno di considerare l'Europa come il luogo della battaglia politica".

"C'è una differenza tra essere eredi ed essere 'reduci'. Noi vogliamo essere eredi, altrimenti, il futuro appartiene a chi dice solo no, che sa solo contestare", dice Renzi, che parla di un "biglietto da visita" da "11.2, i milioni di voti presi dal Pd alle Europee" speso in Europa e propone una rinascita dei circoli, come "un punto di riferimento, per chi vuole dare una mano, un luogo in cui si respira umanità".

Vuole un "movimento dal basso" Renzi e un Paese in grado di "cominciare dalla salute e dalla sanità", ma con "una visione strategica" per evitare di rincorrere "le dichiarazioni dell'ultimo di turno che crede alle sirene", una chiara stoccata ai grillini.

"Andiamo in vacanza in quei territori andiamo in vacanza a Norcia, ad Amatrice, nelle Marche, in Abruzzo.

Non lasciamoli soli dopo il terremoto", aggiunge poi l'ex premier, che vuole "un patriottismo dolce che restituisca dignità alla politica e una politica all'Italia".

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