Toti vuole fare la rivoluzione ma si ritrova senza esercito

Il governatore con poche truppe alla sua kermesse: "Non siamo contro Berlusconi, primarie aperte a tutti"

Toti vuole fare la rivoluzione ma si ritrova senza esercito

«Se Forza Italia non farà qualcosa, molto banalmente non ci occuperemo più di Forza Italia perché scomparirà. Avremo la nostra rivoluzione d'ottobre, è un buon mese per la rivoluzione, anche se quella d'ottobre non è nella nostra cultura. Ma la scissione dell'atomo non ci interessa, vogliamo unire».

Giovanni Toti riunisce le sue truppe al Teatro Brancaccio di Roma, ma lo strappo previsto da molti non si consuma. Anzi il governatore ligure si attesta sulla frequenza della ricostruzione dal basso, piuttosto che su quella della rottamazione, cercando un percorso che sia benedetto da Silvio Berlusconi. Alla convention «Italia in crescita» partecipano circa duemila persone, sulle note evocative e non casuali di «Don't stop me now» dei Queen, Toti fa il suo ingresso passando attraverso la platea, come un attore che vuole spiazzare il suo pubblico. Ad ascoltarlo, seduti nelle prime file, ci sono azzurri ed esponenti del centrodestra di oggi e di ieri come Vittorio Sgarbi, Laura Ravetto, Paolo Romani, Gaetano Quagliariello, Giulio Gallera, Osvaldo Napoli, Francesco Giro, Mario Abruzzese, Adriano Palozzi, Carlo Giovanardi, Luigi Vitali, Giorgio Silli, Giorgio Lainati, Daniela Ruffino, i fedelissimi Manuela Gagliardi, Alessandro Sorte e Stefano Benigni, Ilaria Cavo, Massimo Berruti, il coordinatore della Liguria Sandro Biasotti, Pietro Laffranco oltre a giornalisti come il direttore e amico Paolo Liguori e Anna La Rosa.

Toti, però, vuole trasmettere un'idea di rinnovamento e così a precederlo salgono sul palco quattro donne abituate a fare politica sul territorio. C'è Cristina Ponzanelli, primo sindaco di centrodestra della storia sempre rossa della città ligure di Sarzana.

C'è Federica De Benedetto, consigliere comunale di Lecce, abituata da anni a raccogliere preferenze in grande quantità e in autonomia, scontrandosi a volte con le ostilità interne. E poi Giulia Marchionni, consigliere comunale a Pesaro e Marika Padula, assessore a Potenza. Sostegno al governatore ligure viene espresso, con un video, anche dal sindaco di Genova Marco Bucci, che ringrazia Toti per l'impegno dimostrato dopo la tragedia del Ponte Morandi.

A quel punto l'ex direttore di Studio Aperto si prende il palco e inizia a sferzare la classe dirigente azzurra. «Siamo passati dal 40 al 6%, eppure c'è qualcuno che dice non è andata così male. Cosa doveva succedere per andare male? Parte della nostra classe dirigente ha passato il tempo ad ammonire a non venire qui al Brancaccio, questa effervescenza fa paura, il virus delle primarie è contagioso, d'estate poi... ma la prossima volta verranno in tanti che stavolta non hanno trovato il coraggio».

Verso il leader di Forza Italia non ci sono stoccate: «Nessuno dica che Toti è contro Berlusconi. Qui non c'è nessuno contro Berlusconi. Quello che noi chiediamo a tutti, Berlusconi compreso, è di aiutarci a costruire la Terza Repubblica». E ancora: «Non siamo nemmeno qui per dividere nessuno, ma anzi per riunire il centrodestra. La scissione dell'atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra...».

Ma è soprattutto il tema delle primarie che accende l'interesse e la curiosità dei presenti. «Non credo che Berlusconi voglia candidarsi alle primarie, penso che abbia un ruolo molto più alto e molto più nobile.

Quello che vorrei che fosse chiaro a tutti è che non sto parlando di primarie di Forza Italia, sto parlando di primarie aperte a tutti coloro che vorranno partecipare. Quindi la classe dirigente di Forza Italia deve abituarsi o rassegnarsi all'idea di convivere in un luogo più largo dove ci sono più persone, più idee e più rappresentanze».

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