Trafficavano clandestini, armi e diamanti. Arrestati in 17

Trafficavano clandestini, armi e diamanti. Arrestati in 17

I carabinieri del nucleo informativo di Palermo hanno fermato, su disposizione della Dda, 17 persone, tra italiani e stranieri, che trasportavano migranti dai Balcani in Svizzera e verso la Sicilia usando falsi contratti di lavoro. L'accusa, a vario titolo, è quella di associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita al traffico di clandestini sulla tratta balcanica, al traffico di armi e al riciclaggio di danaro e preziosi. Le indagini hanno portato a individuare una connessione tra l'organizzazione criminale e Cosa Nostra, ma anche con membri del gruppo paramilitare albanese «Nuovo Uck», quest'ultima finalizzata alla cessione di armi da guerra.

I militari dell'Arma, già dal 2016, hanno monitorato il macedone Fatmir Ljatifi perché sospettato di traffico di armi, ma anche di riciclare denaro proveniente da rapine e di immetterlo sul mercato in maniera illecita. Grazie a indagini mirate, in collaborazione con le autorità tedesche, macedoni, svizzere e kosovare si è arrivati a documentare in primis il traffico di clandestini, portato avanti da due diversi gruppi che, su pagamento di 3mila euro a testa, portavano i clandestini in Italia lungo la via balcanica. Inoltre, è stato appurato che gli arrestati hanno compiuto a più riprese reati di altro tipo, tra cui il riciclaggio di oro e di diamanti per 11 milioni di euro, ma anche il traffico di armi da guerra nell'area balcanica.

Quanto ai contatti con la mafia catanese, gli inquirenti hanno documentato tre incontri tra Ljatifi, il palermitano Giuseppe Giangrosso e un altro soggetto inserito nel contesto di Cosa Nostra di Atrano, ma anche con altri appartenenti alle cosche siciliane. Contatti che hanno dimostrato come tra malavita locale e gruppi anche internazionali possano esservi connessioni. Tra i fermati italiani anche l'imprenditore pregiudicato per reati finanziari Dario Vitellaro e i palermitani Gabriele Torres, Salvatore Morello e Francesco Tinnirello, accusati di essere i falsari dell'organizzazione. I malviventi operavano in varie città italiane, tra cui Sondrio, Siena, Como e Pordenone.

Il comandante del comando provinciale dei carabinieri di Palermo, Antonio Di Stasio, ha parlato di «importante risultato operativo». L'operazione ha ricevuto anche il plauso del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che in un post su Facebook ha «ringraziato i carabinieri».

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