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Il trasloco di Gentiloni & Co. tra foto, battute e scatoloni

Ultimo giorno per ministri e premier. E lui scherza: «La stanza dei bottoni? Se c'è non me l'hanno mostrata»

Il trasloco di Gentiloni & Co. tra foto, battute e scatoloni

Un po' di malinconia e qualche sorriso per i membri del governo uscente, arrivati ai saluti finali, ovviamente con una coda social, come ormai è inevitabile.

Ecco dunque, per cominciare, Dario Franceschini postare su Twitter poco dopo mezzanotte una foto dal Mibact, mentre attraversa il suo ufficio tenendo in braccio un cartone, gli occhi tristi, manco fosse un trader della Lehman Brothers dopo il fallimento. «Chiuso anche l'ultimo scatolone. Tutto pronto per chi arriverà a guidare il ministero economico più importante del Paese». Non uno ma ben quattro scatoloni anche nel selfie di addio alla Farnesina del sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che si concede anche un sorriso nello scatto pubblicato su Facebook. Check-out time con cinguettio, invece, per il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che posta la foto della sua scrivania con il laptop spento: «Computer chiuso. Lascio il Ministero dopo cinque anni entusiasmanti. Onorato di aver servito l'Italia. L'ho fatto con orgoglio e passione. Il giudizio sui risultati spetta ai cittadini». Quello sulla foto spetta però agli utenti di Twitter, che l'hanno premiata con oltre 8mila «mi piace», ben più degli 800 che hanno premiato lo scatto di Franceschini. Chissà se una gara così è meglio perderla o vincerla. Profilo più autocelebrativo quello scelto dal titolare della Difesa, Roberta Pinotti, che affida il suo «bye-bye» sempre a Twitter, ma accompagna il messaggio sui «quattro anni intensi e importanti per il Paese» a ben quattro foto più «istituzionali» rispetto a quelle dei colleghi, tutte con il ministro in completo blu circondato dai suoi dipendenti accorsi per il commiato. Istituzionale, ma sobrio e minimale, anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il cui saluto si riassume in una foto del bilancio di fine mandato della politica economica del governo, un cadeau, spiega Padoan, «che lascio al mio successore».

E già, perché qualcuno va via e qualcun altro sta per arrivare. Come ricorda nel suo discorso di commiato, affidato anche a una diretta Facebook, proprio il premier, Paolo Gentiloni. Lo schivo nobile di Filottrano offre al suo successore Giuseppe Conte un benvenuto piuttosto sarcastico: «Dovrebbe arrivare un nuovo governo anche se...», gigioneggia. Ma non c'è acrimonia, solo una certa leggerezza nelle parole del presidente del Consiglio uscente, che alla rivendicazione dei risultati raggiunti dal suo governo non lesina battute. Come quando, gli occhi sgranati, confessa: «Non so se ci sia una stanza dei bottoni, se c'è, a me non l'hanno mostrata, sinceramente». Lavorare nella «cabina di regia», però, è stato un «grandissimo onore», ammette Gentiloni, che ricorda come «risalire la china» negli ultimi 5 anni, e nell'arco di tre governi, «non è stato semplice» per l'Italia, e abbia richiesto «perseveranza, costanza e sacrificio». Infine l'avvertimento: «Per andare fuori strada non servono 5 anni, bastano pochi mesi, talvolta poche settimane».

Il prossimo autista è avvisato. E, nel caso, può fare comodo anche la metafora di Graziano Delrio, che su Facebook saluta con una malinconica e sovraesposta foto del suo ufficio vuoto, accompagnato però da un messaggio: «Il motore è pronto per ripartire, la bici è a disposizione».

Sarà una bici elettrica? Di certo per chi l'ha voluta è arrivato il momento di pedalare.

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