"Tre medici infettati da un paziente. Non avevamo mascherine e protezioni"

La dottoressa del Papa Giovanni: ho avuto paura, ma so che guarirò

"Tre medici infettati da un paziente. Non avevamo mascherine e protezioni"

Irene come sta innanzitutto?

«Febbre, un po' di tosse, ma sto meglio di molti altri. Un mio collega è in rianimazione. Io mi sento una debolezza infinita, da non potermi tirare su dal letto».

Come ha scoperto di essere positiva al Coronavirus?

«Inizialmente sentivo un malessere diffuso, stanchezza e bruciore di occhi. Dopo qualche giorno mi sono alzata con la febbre, circa 37.5. E allora ho capito»

Lei è un medico dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Come si è infettata?

«Circa quindici giorni fa è venuto nel nostro reparto un anziano diabetico e cardiopatico. Aveva solo qualche linea di febbre che noi attribuivamo alla sua patologia. Non aveva né tosse né difficoltà respiratorie».

Invece..

«Invece, prestandogli assistenza, siamo stati contagiati in tre: un mio collega è grave e un'altra collega, che ha febbre, aspetta l'esito del tampone. In compenso, lui, ultrasettantenne, se l'è cavata egregiamente anche dopo essere risultato positivo al Covid. Stranamente nessun infermiere ha manifestato sintomi».

Voi medici potete rimproverarvi delle leggerezze?

«Quindici giorni fa non c'era la percezione dell'emergenza che c'è attualmente. Noi ci atteniamo alle regole di sicurezza per i prelievi, ma non usavamo ancora mascherine e sistemi di prevenzione che attualmente sono stati adottati in tutti i reparti».

Il paziente-untore era praticamente asintomatico?

«Esatto. E come me, tanti medici attualmente positivi hanno avuto a che fare con qualcosa di sconosciuto».

Però i casi di contagio tra gli operatori di tutti gli ospedali, da ultimo quello militare di Baggio, sembra inarrestabile.

«Per questo io faccio telefonate a colleghi che conosco, campani e toscani, mettendoli in guardia dai pericoli che corrono».

E loro hanno capito?

«Dicono che dalle loro parti non ci sono tanti casi ma si stanno attrezzando come reparti per prevenire un'emergenza».

Ma non basta?

«Assolutamente no. É proprio in questa fase che bisogna stare attentissimi, usare mascherine ovunque perché il contagio può essere trasmesso dai pazienti asintomatici».

Irene, dopo cinque giorni di malattia lei ha ancora paura per la sua salute?

«All'inizio ho avuto paura. Ma sono un medico e riesco a capire cosa succede dentro il mio organismo. Mi sono auscultata da sola e sento dei rumori respiratori alterati. Ma mi sto curando con farmaci antinfiammatori, tachipirina e antibiotici».

Altri cambiamenti da covid?

«Accuso un calo della vista e dell'odorato. Non sento neppure l'odore del profumo o della candeggina. Ma tutto questo dovrebbe sparire entro qualche mese dalla guarigione».

Vive sola in quarantena?

«No, ho un compagno ma ora viviamo separati in casa e comunichiamo con i messaggini. Lui si è messo a lavorare in smart working per evitare contatti mentre ha l'untrice dentro casa».

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