Tempi sempre più duri per il ministro della Difesa. Nel giorno della criticatissima parata militare «dell'inclusione» ai Fori imperiali, disertata da fior di politici e generali, Elisabetta Trenta pare ormai essere sul trampolino di lancio. Il suo operato al dicastero di via XX Settembre, così come quello dei suoi più stretti collaboratori, sta attirando le critiche ormai inevitabili non solo dei militari, ma anche dei colleghi, tra i quali il sottosegretario Angelo Tofalo, che nei giorni scorsi ha usato parole durissime per commentare gli sbagli del ministro.
In un'intervista al Messaggero la Trenta dice che a lei «della poltrona frega poco», ma fonti molto vicine alla Difesa fanno sapere che il timore di avere i giorni contati al ministero, in realtà, si stia facendo strada in lei.
D'altronde, gli errori della pentastellata si sono succeduti nei mesi. Si è passati dalla gaffe via Twitter sul presunto intervento della nostra Marina per salvare alcuni pescherecci italiani nel Mar Libico fino all'istruttoria aperta a carico del generale Paolo Riccò dopo che lo stesso, in seguito all'attacco dell'Anpi alle Forze armate, aveva abbandonato la cerimonia del 25 aprile, passando per i balletti a Lourdes e alla decisione, appunto, di rendere il 2 giugno la festa dell'inclusione.
E poi ci sono i generali, tra i quali gli ex Capi di Stato Maggiore Vincenzo Camporini e Mario Arpino, che disertando l'evento hanno fatto capire quanto il mondo militare sia scontento. Non solo quello in congedo, ma soprattutto quello in servizio, visto che le critiche arrivano da ogni dove.
«D'altronde - spiega l'ex comandante del Coi, generale Marco Bertolini - con il governo 5 stelle non è cambiato niente. Anche con quelli passati si erano fatti sfilare i sindaci, organizzazioni umanitarie e civili. Loro hanno solo deciso di sottolineare che una manifestazione che dovrebbe essere marziale non lo sia più». E prosegue: «Sulla Trenta non mi esprimo sul lato umano, posso dire solo che sotto la sua amministrazione sono stati varati dei provvedimenti che sono micidiali per le forze armate. Ad esempio la sindacalizzazione, che è una contraddizione in termini rispetto alle Forze armate».
Ormai il ministro della Difesa ha tutti contro, anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, non invitata alle celebrazioni di oggi a Roma.
«La Trenta mi esclude dalla parata - scrive sui social -? Mi dispiace che un ministro confonda le sue simpatie politiche con i ruoli istituzionali e politici. Un evento importante come la festa della Repubblica non appartiene a lei e a chi le sta simpatico. Ma alla nazione nel suo complesso. Non posso accettare che le Forze armate siano derise e sbeffeggiate dal ministro».
E a rincarare la dose arriva anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, con cui ormai è scontro quotidiano. Sulla polemica dei generali che non parteciperanno alla manifestazione, il vicepremier non usa mezzi termini: «Penso che sia dovere di un ministro essere sempre e comunque al fianco delle proprie donne e dei propri uomini. Se qualcuno non c'è, evidentemente, è perché non ha sentito sempre questa presenza e questa vicinanza».
E già si vocifera che in casa Lega si faccia il nome del sottosegretario Raffaele Volpi per un'eventuale sostituzione della Trenta. Che non avrà paura di perdere la poltrona, ma che forse non si rende conto che, almeno moralmente, l'ha persa da un pezzo.
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