Lo aveva già detto il presidente del Consiglio, ora lo ribadisce il ministro dell'Economia, Giovanni Tria: non c'è nessun piano B sulla manovra. Nel salotto tv di "Porta a Porta" il responsabile dell'Economia osserva che "il governo e il ministero dell'economia sono in grado di fronteggiare i cambiamenti e quello che succede e siamo pronti a muoverci dopo un'analisi del contesto economico''. Per ora ''siamo in una situazione economica in cui riteniamo che la manovra e il quadro economico siano corretti''. ''Un governo deve muoversi seriamente nel contesto in cui opera'', sottolinea il ministro, insistendo sul fatto che al momento una manovra espansiva è quello che serve e che un deficit pari al 2,4% del pil nel 2019 ''è moderato'' ed ''è il tetto massimo''. ''Ovviamente - osserva ancora Tria - ci sono i mercati finanziari e ci sono incertezze di tipo politico che cercheremo spiegare''. Poi aggiunge: "La lettera dell'Ue mi ha sorpreso, ci sono valutazioni superficiali".
Tria si sofferma anche sullo spread, salito non poco negli ultimi mesi. Il livello a 320 punti non rappresenta "una febbre a 40 ma neppure a 37" osserva Tria rispondendo ad una domanda di Bruno Vespa. E aggiunge: "Sappiamo che non possiamo mantenerlo troppo a lungo. Lo spread alto pone un problema alla parte più debole del sistema bancario".
Sulla Legge di bilancio e l’eventualità che il Governo la corregga sotto le pressioni dell’Europa e dei mercati, Tria osserva: "Il 2,4% di deficit è il tetto massimo" per il 2019. Certo se dovesse verificarsi una crisi come il 2008 qualcosa cambieremmo".
"Nella lettera Ue valutazioni superficiali"
La lettera inviata dall'Ue all’Italia sulla manovra, spiega Tria, non è stata "molto meditata dalla commissione europea.
La lettera ricevuta ieri - ha aggiunto - mi ha lasciato perplesso e anche sorpreso per alcune valutazioni superficiali e addirittura per aver valutato negativamente provvedimenti che nemmeno ci sono" e "che saranno stati visti sui giornali. Forse - ha aggiunto - è stata scritta un po' in fretta"
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