Tridico, una web star a Cinque stelle

Il capo Inps firma un post sul blog M5s. Come un leader di partito

Gian Maria De Francesco

Roma Oltre 6.250 like, più di 2mila commenti e ben 1.082 condivisioni. Numeri consueti quando Luigi Di Maio aggiorna la propria Facebook con un nuovo post. Solo che in questo caso non si tratta di un contenuto «convenzionale». Il vicepremier ha infatti linkato un intervento a firma di Pasquale Tridico, il presidente Inps in quota Cinque stelle, l'uomo che ha i compito di tradurre in fatti tanto il reddito di cittadinanza quanto quota 100. Che Tridico fosse persona vicina a Di Maio è cosa nota in quanto proprio il capo politico pentastellato lo aveva indicato come futuro ministro del Lavoro durante la campagna elettorale 2018. Meno opportuno pare, tuttavia, un intervento in prima persona sul blog che la formazione grillina utilizza come house organ. L'intervento è, infatti, intitolato Il grande successo del reddito di cittadinanza e riprende l'intervista concessa dallo stesso Tridico lunedì scorso al Fatto Quotidiano. Insomma, una circostanza doppiamente imbarazzante. In primo luogo, perché l'Inps come ente pubblico richiede equidistanza rispetto alla politica ancorché sia la politica a nominarne i vertici. In secondo luogo, perché presentare un'intervista concessa a un giornale apponendovi la propria firma lascia intendere che il contenuto fosse ampiamente «concordato». D'altronde, tra frasi memorabili come «ridare speranza è già una politica attiva del lavoro» e domande scomode «Ci sono più richieste in Lombardia (82mila) che in Calabria (60mila). La stupisce?» qualche sospetto si fa strada.

Il problema, però, è un altro. Se il predecessore di Tridico, Tito Boeri, avesse posto la stessa enfasi sul Jobs Act con annesso bonus assunzioni o sulle proposte di ricalcolo contributivo delle pensioni, i Cinque stelle sarebbero scesi nelle pubbliche piazze per inveire contro lo scempio compiuto dal governo Renzi nei confronti di un servizio pubblico. Oggi, invece, che lo Stato è anche un po' a Cinque stelle, tutto quello che prima era proibito è concesso. Come in un fantastico microcosmo orwelliano nel quale alcuni sono «più uguali» degli altri.

Alla fine l'unico barlume di originalità restano i commenti al post iniziale di Di Maio. C'è chi lo ringrazia con un italiano traballante, e sono in molti, per una speranza di sussistenza in più e chi, invece, lo critica perché magari gli è toccata in sorte un'integrazione minima al reddito (i famosi 40 euro) perché nel calcolo dell'Isee viene ricompreso un posto di lavoro che oggi non c'è più e che il reddito di cittadinanza, di sicuro, non contribuisce a creare.

Perché, sullo sfondo di questa triste

vicenda, restano quei 5,9 miliardi di stanziamento 2019 che contribuiscono ad aumentare il deficit e, di conseguenza, il debito. Ma né Tridico né il vicepremier si sentono in dovere in diritto di dire qualcosa in proposito.

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