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La truffa dei rifugiati, uno su due è falso

Il prefetto di Gorizia denuncia: "Tanti dei richiedenti asilo non sono veri profughi ma furbi"

La truffa dei rifugiati, uno su due è falso

«Più che profughi sono dei furbi. Gran parte dei richiedenti asilo a Gorizia, afghani e pachistani, non scappano dai talebani, ma arrivano, talvolta in aereo, da altri Paesi europei con soldi e carte di credito» denuncia senza mezzi termini, Vittorio Zappalorto, prefetto del capoluogo isontino. Ed il fenomeno dei finti rifugiati «riguarda tutta l'Italia dal Nord Est al Sud come capita sempre con gli afghani a Caltanissetta» conferma al Giornale il rappresentante dello Stato.

Il 22 ottobre l'assemblea parlamentare dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa) ha riconosciuto che nel vecchio continente «troppo spesso la richiesta dello status di rifugiato è utilizzata impropriamente e pretestuosamente come elemento di copertura per l'immigrazione clandestina e strumento di ritardo per le pratiche di identificazione ed espulsione».

In Italia, dal 1990, abbiamo accolto come profughi o altre protezioni umanitarie, 101.182 persone. Dall'inizio dell'anno a metà settembre le richieste di asilo sono già 38mila rispetto alle 26.620 domande presentate nel 2013. L'effetto calamita dei migranti dell'operazione Mare Nostrum ha giocato il suo ruolo. L'aspetto curioso è che in ottobre si registrano solo 46 richieste di siriani in fuga dalla guerra e ben 1.233 dal Bangladesh, dove non c'è nessun conflitto. Nel 2013 abbiamo respinto il 29% delle richieste e addirittura il 10% degli asilanti era irreperibile. Numeri che dimostrano la pratica delle cosiddette «domande strumentali» presentate da «semplici migranti per fini economici», che non sono perseguitati.

A Gorizia c'è solo la punta dell'iceberg . «Oramai siamo la Lampedusa del Nord, ma dato che non arrivano i barconi nessuno ne parla» dichiara Zappalorto. A Gorizia ci sono circa 250 afghani e pachistani oltre a 200 immigrati nel centro di Gradisca. «Almeno il 50% non ha diritto a diventare rifugiato e non arriva da zone di guerra, ma da altri Paesi europei come l'Inghilterra, la Francia e pure Norvegia e Svezia» spiega il prefetto. «E se partono dalla Francia non si fermano al primo centro per la richiesta d'asilo a Milano, ma proseguono per Gorizia, dove si è sparsa la voce che la commissione fa il loro gioco» sottolinea il rappresentante delle istituzioni centrali. «Qualcuno arriva in aereo a Venezia per poi venire a mettersi in fila da noi per l'asilo politico - rivela Zappalorto - Hanno carte di credito, soldi e sui loro smartphone di ultima generazione abbiamo trovato i selfie da turisti davanti alla Torre Eiffel, prima di arrivare in Italia». Gli aspiranti rifugiati sono tutti giovani e uomini. «Anche se lontani dai loro Paesi d'origine da anni, senza alcun diritto all'asilo, si piazzano sulla sponda del fiume Isonzo creando ad hoc uno stato di necessità per impietosirci. E noi li prendiamo in carico anche se non ci sono più posti» spiega il prefetto. L'onere dell'emergenza spetta alla prefettura, che può spendere un massimo di 35 euro al giorno per profugo vero o finto.

A Caltanissetta la situazione è simile, ma la beffa è venuta alla luce nel maggio scorso. Un'inchiesta partita da Trieste ha smantellato un racket dell'immigrazione clandestina gestito da 16 persone in mezza Italia. Afghani e pachistani che risiedevano legalmente nel nostro paese grazie a permessi di soggiorno oppure in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato.

Prima dell'11 settembre siamo stati capaci di peggio. L'egiziano Abdelkhader Es Sayed, il pezzo più grosso di Al Qaida mai transitato in Italia, era riuscito a spacciarsi come perseguitato ottenendo asilo politico nel nostro paese. I bombardamenti americani lo hanno incenerito in Afghanistan.

Per i rifugiati abbiamo stanziato quest'anno 193,8 milioni di euro. L'Europa ci ha aiutato con 30 milioni, ma dal 2008 al 2013. Il prefetto di Gorizia alzando il velo sui finti rifugiati non ha dubbi: «Questa storia dell'asilo è diventata un escamotage per l'immigrazione. Chi arriva dal Bangladesh o da molti Paesi dell'Africa è spinto da motivi economici. Ma fa il furbo sfruttando senza alcun diritto un istituto storico di protezione per i veri perseguitati».

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